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Medicina

22 Dicembre 2023

Linfomi non Hodgkin, risposte a lungo termine con due nuovi farmaci

Quattro nuove analisi presentate al meeting della American society of hematology, che si è tenuto a San Diego, supportano la potenziale risposta a lungo termine e la potenziale sicurezza di brexucabtagene autoleucel in pazienti adulti con linfoma mantellare recidivante/refrattario e con leucemia linfoblastica acuta


Linfomi non Hodgkin, risposte a lungo termine con due nuovi farmaci

Quattro nuove analisi presentate al meeting Ash (American society of hematology), che si è tenuto a San Diego (USA), supportano la potenziale risposta a lungo termine e la potenziale sicurezza di brexucabtagene autoleucel in pazienti adulti con linfoma mantellare recidivante/refrattario (Mcl R/R) e con leucemia linfoblastica acuta da precursori delle cellule B recidivante/refrattaria (Lla B R/R).
Questi risultati includono i dati sulla sopravvivenza globale (OS) a quattro anni dello studio registrativo Zuma-2 e i risultati primari dello studio Zuma-18, uno studio ad accesso esteso, che ha valutato la terapia cellulare CarT brexucabtagene autoleucel in pazienti con Mcl R/R in una presentazione orale (Abstract no. 106). In una sessione poster (Abstract no. 2120) è stata presentata anche un’analisi dello studio clinico ZUMA-2, la quale dimostra che i pazienti che hanno ricevuto un intervento precoce rispetto a quello tardivo per la gestione della sindrome da rilascio di citochine e degli eventi neurologici hanno sperimentato risultati di sicurezza migliori. Inoltre, sono stati evidenziati in una sessione orale i risultati “real-world” sugli esiti di efficacia e sicurezza provenienti dai database osservazionali del Center for International Blood & Marrow Transplant Research (Cibmtr) relativi a pazienti adulti statunitensi che hanno ricevuto brexucabtagene autoleucel per il Mcl R/R (Abstract no. 107); sono stati inoltre presentati in forma orale anche i dati Cibmtr di pazienti adulti affetti da Lla B R/R (Abstract no. 1029). «I risultati clinici e le evidenze “real-world” presentate al meeting ASH supportano chiaramente il potenziale di risposta a lungo termine di brexucabtagene autoleucel nei tumori ematologici aggressivi, per i quali i pazienti hanno opzioni terapeutiche limitate» ha affermato Frank Neumann, Senior Vice President e Global Head of Clinical Development, Kite. «Siamo particolarmente incoraggiati dal fatto che le evidenze “real-world” con brexucabtagene autoleucel dimostrino risultati coerenti con gli studi clinici, anche tra i pazienti con Mcl R/R con caratteristiche ad alto rischio». Riguarda ad axicabtagene ciloleucel, i dati delle analisi di follow-up di tre studi con axicabtagene ciloleucel dimostrano il potenziale di sopravvivenza a lungo termine per i pazienti affetti da diversi sottotipi di linfoma non Hodgkin recidivante o refrattario (R/R): 1)  un’analisi post-hoc dello studio clinico Zuma-1 dimostra una sopravvivenza libera da eventi correlata al linfoma a cinque anni in una sostanziale percentuale di pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B refrattario; i dati (Abstract #4864) dimostrano che i pazienti con linfoma a grandi cellule B (Lbcl, large B-cell lymphoma) refrattario che avevano mantenuto una risposta completa (Cr) a 12 e 24 mesi dopo il trattamento con axicabtagene ciloleucel hanno sperimentato una sopravvivenza specifica per malattia (Dss, disease-specific survival) stimata di 72 mesi rispettivamente del 94,4% e del 100%; 2) il follow-up a quattro anni dello studio Zuma-5 (Abstract no. 4868) dimostra una risposta continua e duratura e una sopravvivenza a lungo termine nei pazienti con linfoma follicolare recidivante/refrattario; 3) l’analisi di sottogruppo di sopravvivenza globale dello studio clinico Zuma-7 (Abstract no. 1761) in pazienti di età pari o superiore a 65 anni dimostra che l’età da sola non costituisce un ostacolo al ricevimento della terapia cellulare Car T. «Mentre proseguiamo i follow-up dei pazienti affetti da tipi di linfomi difficili da trattare, stiamo assistendo a un modello di sopravvivenza a lungo termine con un trattamento una tantum con axicabtagene ciloleucel» ha affermato Neumann. «I risultati di questi studi vanno ad aggiungersi al nostro corpo di conoscenze sui benefici e sull’utilità di axicabtagene ciloleucel come trattamento con intento curativo, cambiando il modo in cui questi tumori vengono trattati e fornendo speranza a migliaia di pazienti affetti da linfoma». Sono stati infine annunciati i risultati di un’analisi di follow-up a tre anni di Zuma-12 (Abstract#894), uno studio di fase 2 condotto su axicabtagene ciloleucel come trattamento di prima linea dopo due cicli di chemio-immunoterapia in pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B (Lbcl) ad alto rischio. L’analisi ha dimostrato la persistenza del beneficio clinico – in termini sia di elevati tassi di risposta completa (Cr) sia di elevati tassi di risposta obiettiva (Orr), anche nei pazienti con riarrangiamenti Myc e Bcl2 e/o Bcl6 (noti anche come istologia double- o triple-hit). Si tratta di un’analisi dei dati di follow-up a tre anni del primo studio prospettico di fase 2 in assoluto che ha valutato la terapia cellulare Car T come terapia di prima linea. Al follow-up mediano di 40,9 mesi, i pazienti trattati con axicabtagene ciloleucel hanno sperimentato un tasso di risposta completa dell’86%, con una stima di sopravvivenza complessiva a tre anni dell’81%. In genere, con i trattamenti convenzionali, i pazienti con linfoma a grandi cellule B ad alto rischio si trovano ad affrontare una prognosi sfavorevole, con una sopravvivenza complessiva mediana inferiore a 12 mesi. «Con le terapie attualmente disponibili, i pazienti affetti da linfoma a grandi cellule B ad alto rischio hanno una prognosi sfavorevole» ha affermato Julio C. Chavez, primo ricercatore presso il Moffitt Cancer Center, a Tampa (USA). «Ciò è particolarmente vero per i pazienti con istologia double- o triple-hit, che con il trattamento standard hanno una sopravvivenza mediana inferiore a un anno. I notevoli risultati a un follow-up mediano di 40 mesi si basano sull’analisi primaria di ZUMA-12, il primo studio prospettico di fase 2 che ha valutato la terapia cellulare CAR T come trattamento di prima linea, rafforzando il potenziale di axi-cel per un utilizzo sicuro ed efficace in questa popolazione di pazienti con elevati bisogni medici». Nello studio Zuma-12, 37 pazienti erano valutabili per una risposta. Con un follow-up mediano di 40,9mesi (range 29,5-50,2), il tasso di Cr è stato dell’86% (intervallo di confidenza [IC] al 95%, 71-95); e l’Orr è stato del 92% (IC 95%, 78-98). I pazienti con istologia double- o triple-hit (n=10) hanno avuto un tasso di Cr del 90%. Al momento del cut-off dei dati, erano in corso risposte nel 73% dei pazienti valutabili per una risposta. Le mediane relative alla durata della risposta (Dor, duration of response), alla sopravvivenza libera da eventi (Efs, event-free survival), alla sopravvivenza libera da progressione (Pfs, progression-free survival) e alla sopravvivenza globale (Os, overall survival) – endpoint secondari chiave - – non sono state raggiunte. Le stime a 36 mesi per Dor, Efs, Pfs e Os sono state rispettivamentedell’82%, del 73%, del 75% e dell’81%. «Nonostante sia uno dei linfomi non Hodgkin più comuni, il percorso terapeutico del linfoma a grandi cellule B è molto complesso da percorrere per gli oncologi, i pazienti e i loro cari» ha dichiarato Neumann. «Nel nostro studio Zuma-7, abbiamo riscontrato un miglioramento significativo della sopravvivenza globale nei pazienti trattati con axicabtagene ciloleucel per il linfoma a grandi cellule B recidivante/refrattario precoce rispetto al trattamento standard e ora, con la nostra analisi di Zuma-12, siamo incoraggiati dal fatto che i risultati potrebbero sostenere l’uso di axicabtagene ciloleucel come trattamento di prima linea, anche nei pazienti considerati ad alto rischio. Siamo ansiosi di continuare la nostra investigazione su axicabtagene ciloleucel come trattamento di prima linea».

TAG: ONCOLOGIA

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