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Medicina

19 Dicembre 2023

Tumori delle vie biliari, neoplasie rare ma esistono terapie mirate

Ogni anno, in Italia, si registrano 5.400 nuovi casi di tumori delle vie biliari, un gruppo di neoplasie rare ma in crescita. Fino a 3 anni fa, per questa diagnosi, era disponibile solo la chemioterapia. Oggi gli specialisti possono utilizzare nuovi trattamenti, come l'immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare che arrivano a raddoppiare la sopravvivenza, ma servono test Ngs per cure mirate


Tumori delle vie biliari, neoplasie rare ma esistono terapie mirate

Ogni anno, in Italia, si registrano 5.400 nuovi casi di tumori delle vie biliari, un gruppo di neoplasie rare ma in crescita. Fino a 3 anni fa, per questa diagnosi, era disponibile solo la chemioterapia. Oggi gli specialisti possono utilizzare nuovi trattamenti, come l'immunoterapia e terapie a bersaglio molecolare che arrivano a "raddoppiare la sopravvivenza", ma "servono test Ngs per cure mirate". È quanto emerso durante un media tutorial online organizzato da AstraZeneca.

Uno degli ultimi farmaci approvati in Unione europea - si legge in una nota - è l'anticorpo monoclonale durvalumab che viene utilizzato insieme alla chemioterapia. "L'approvazione a livello europeo si basa sui dati dello studio internazionale Topaz 1 – sottolinea Lorenza Rimassa, professore associato di Oncologia Medica presso Humanitas University e Irccs Humanitas Research Hospital di Rozzano (Milano). I pazienti trattati con durvalumab hanno raddoppiato la sopravvivenza (Os) a 2 anni rispetto al placebo (Os del 24% vs 12%). Di recente, vi è stata una pubblicazione indipendente di real world data su 145 pazienti reclutati in 17 diversi centri oncologici italiani - prosegue Rimassa - che ha valutato nella pratica clinica l'uso di durvalumab insieme a gemcibabina più cisplatino ad un follow up mediano di 8,5 mesi. Sono stati confermati, i risultati ottenuti, in termini di efficacia e di sicurezza, dalla combinazione di chemioterapia e immunoterapia rispetto alla sola chemioterapia. Il tasso di risposta complessiva è stato del 34,5% e quello di controllo della malattia dell'87,6%. La sopravvivenza libera da progressione della malattia si è attestata a 8,9 mesi mentre la sopravvivenza globale è risultata di 12,9 mesi. Inoltre, la nuova combinazione risulta ben tollerata e si registrano pochi eventi avversi gravi''.

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