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26 Ottobre 2023 Assistenza sanitaria primaria e cronicità, questi i temi al centro delle due sessioni plenarie del XVI Congresso Nazionale della Società italiana di Health Technology Assessment, SIHTA “Hta è Programmazione. Professionisti, Tecnologie, Organizzazione” in corso a Roma
Assistenza sanitaria primaria e cronicità, questi i temi al centro delle due sessioni plenarie del XVI Congresso Nazionale della Società italiana di Health Technology Assessment, SIHTA “Hta è Programmazione. Professionisti, Tecnologie, Organizzazione” in corso a Roma. Con esperti del settore si è preso atto di come la transizione demografica e quella innescata dalla rivoluzione digitale, siano oggi tra i maggiori fautori di un cambiamento epocale che vede implicazioni epidemiologiche e sociali importanti e la conseguente conformazione dei bisogni di salute e dei relativi servizi. “La popolazione italiana invecchia, ma al di là del dato dovremmo porre attenzione sul fatto che il nostro Paese, oggi, detiene anche il record di medici più anziani”, ha dichiarato Alessandro Solipaca Direttore scientifico dell’Osservatorio Nazionale sulla Salute nelle Regioni italiane, dell’Università Cattolica di Roma. Numeri che vanno letti in prospettiva e che non possiamo permetterci di sottovalutare.
A parlare di un invecchiamento di cui dobbiamo occuparci, possibilmente sviluppando un approccio integrato e programmando fin da oggi una risposta adeguata ai bisogni, è stata Anna Lisa Mandorino, Segretario Generale Cittadinazattiva, che è intervenuta plaudendo alla suggestione che propone di ‘elidere’ il trattino tra socio e sanitario e auspicando un pronto finanziamento della riforma per gli anziani non autosufficienti, ad oggi in attesa dei decreti attuativi. “Abbiamo messo in cantiere – sottolinea la Mandorino – una riforma ambiziosa capace di rispondere agli input contenuti nel PNRR ma a cui – nota questa di viva preoccupazione - mancano le risorse che sembrerebbero non essere state inserite nella Legge di Bilancio di cui stiamo leggendo in questi giorni”. “Il lavoro di Agenas – spiega Alice Borghini della Direzione Generale di Agenas – sta procedendo speditamente, ma per realizzare a pieno il cambiamento culturale che stiamo operando occorre includere nel ragionamento il tema della formazione tanto del personale quanto di tutta la comunità”.
In merito, invece, alla sessione sulla prevenzione e la cronicità, si è entrati nel merito delle strategie necessarie ad affrontare le nuove sfide imposte dal progressivo invecchiamento della popolazione e dall’aumento delle malattie croniche non trasmissibili. Una disamina, anche questa articolata e multifattoriale. “Il problema che dobbiamo porci oggi – precisa Graziano Onder della Cabina di Regia Piano Nazionale Cronicità del Ministero della Salute nel corso del suo intervento – non è solo quello di gestire la cronicità, ma anche quello di cambiare in meglio la qualità della vita delle persone”. Su questo gli fa eco Paolo Daniele Siviero Capo Area Attività Regolatorie Regione Campania Direzione Tecnico Scientifica di Farmindustria, “I farmaci next generation e le nuove tecnologie digitali – spiega - rendono oggi croniche malattie che un tempo erano mortali e i progressi sono in divenire soprattutto con riguardo alle terapie che migliorano la qualità della vita delle persone (e qui l’esempio dei long term therapy per l’HIV è paradigmatico)”. “Soprattutto nel nostro contesto - sottolinea il presidente SIHTA Francesco Saverio Mennini – riuscire a focalizzare l’attenzione sugli interventi di sanità pubblica che concorrono a ridurre l’insorgenza delle malattie produce un impatto significativo anche a livello economico”. Ecco perché è importante parlare sempre di più di prevenzione anche alla luce del fatto che storicamente, ricorda Mennini “almeno con riguardo all’era pre-pandemica, è stata scarsamente finanziata. Il problema – prosegue – è che la prevenzione si rivolge a individui sani e pertanto paga lo scotto di essere, semplicisticamente, derubricata a spesa ‘superflua’. Ma è esattamente il contrario. A mancare è quindi una corretta informazione, al cittadino, e al paziente, riguardo ai vantaggi di questa operazione. Oggi – conclude - serve uno sforzo congiunto per cambiare questo paradigma”.
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