Cracking Cancer Forum
15 Aprile 2025Le Reti Oncologiche Regionali rivestono un ruolo fondamentale nella gestione dei pazienti con tumore, garantendo percorsi e interazioni tra le diverse strutture sanitarie sul territorio: le novità dal Cracking Cancer Forum
“Le Reti Oncologiche Regionali possono garantire l’accesso, la tempestività, la qualità e l’appropriatezza dei percorsi di cura, ma la loro implementazione è ancora disomogenea sul territorio nazionale”.
A sottolinearlo è Carmine Pinto, direttore dell’Oncologia Medica, Comprehensive Cancer Centre dell’Ausl-Irccs di Reggio Emilia e coordinatore della Rete Oncologica ed Emato-oncologica della Regione Emilia Romagna, in occasione dell’edizione 2025 del Cracking Cancer Forum, organizzato da Koncept, e in corso a Bologna.
“Le Reti Oncologiche Regionali rivestono un ruolo fondamentale nella gestione dei pazienti con tumore, garantendo percorsi e interazioni tra le diverse strutture sanitarie sul territorio: dalle case della salute alle strutture più complesse come gli ospedali e i policlinici plurispecialistici e gli istituti di ricovero e cura a carattere scientifico – spiega Pinto -. Questo approccio consente di assicurare continuità ed omogeneità nel percorso diagnostico-terapeutico, dallo screening iniziale al trattamento fino alla fase riabilitativa e al follow-up.”
“La copertura degli screening oncologici, l’evoluzione delle strategie terapeutiche insieme all’introduzione dei nuovi farmaci hanno modificato la storia naturale della malattia oncologica, e tutto questo richiede una riorganizzazione – sottolinea Pinto -. L’introduzione dell’innovazione nelle diverse aree, dall’imaging, alla caratterizzazione bio-molecolare, alla chirurgia, alla radioterapia e alla terapia medica oncologica, ha migliorato l’aspettativa e la qualità di vita per i pazienti. Tutto questo comporta una maggiore complessità nella gestione di tutto il percorso del paziente oncologico, con un numero crescente di competenze professionali e di prestazioni richieste.”
“La complessità e i bisogni correlati ai percorsi assistenziali si interfacciano, però, nel nostro Paese con un sistema sanitario nazionale non adeguatamente finanziato, con una riduzione progressiva di risorse non solo economiche ma anche professionali – fa notare Carmine Pinto -. Le Reti Oncologiche possono garantire qualità, sicurezza e appropriatezza dei percorsi di cura, ma esistono ancora importanti disparità tra le diverse regioni italiane nella loro implementazione. È fondamentale, quindi, definire al più presto il Coordinamento Generale delle Reti Oncologiche come sancito dall’Intesa Stato-Regioni 2019, che prevede, insieme a rappresentanti del Ministero della Salute, Agenas, Istituto Superiore di Sanità, Aifa, Regioni e Province Autonome, anche la partecipazione dei rappresentanti delle Associazioni dei pazienti. Senza un coordinamento che rappresenti un punto di riferimento centrale del sistema, non potrà mai essere pienamente efficace lo sviluppo delle Reti Oncologiche Regionali sull’intero territorio nazionale.
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