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Pharma

10 Maggio 2022

Biotecnologie, in Italia settore in crescita: tre quarti del fatturato dal settore Salute


Il settore delle biotecnologie in Italia risulta vivo, vitale e motore dell’innovazione nazionale: quasi 800 imprese, 13 mila addetti, oltre 10 miliardi di fatturato, con circa tre quarti del fatturato totale prodotti dal settore della salute con il 48,5% delle imprese totali del comparto. Si registra un incremento del fatturato (+ 30%) delle imprese dedicate alla R&S biotech a capitale italiano. Crescono anche gli investimenti in R&S biotech: + 15%. Nel periodo 2014 – 2021 si è evidenziata una progressiva e continua crescita del numero delle imprese dove l’ambito salute conferma la propria centralità, poi l’agricoltura (+ 34,5%) e il biotech per l’industria (+29%). A livello territoriale, leader è la Lombardia per numero di imprese (27%) e fatturato (51%). Crescono anche le regioni del Mezzogiorno e del Nord Est nelle biotech industriali. Questi, in sintesi, i risultati emersi dal rapporto annuale Assobiotec-Federchimica ed ENEA “Le imprese di biotecnologia in Italia. Facts&Figures 2022”. 


Dopo una lieve flessione a fine 2020 il comparto è tornato a crescere nel 2021 superando con 790 aziende il livello raggiunto a fine 2019. La crescita ha interessato tutti gli ambiti di applicazione delle biotecnologie e in particolare le imprese dedicate alla ricerca e sviluppo nelle biotecnologie a controllo italiano, trainate da quelle con applicazione prevalente nelle biotecnologie industriali con un +9% di imprese fra il 2019 e il 2020. Il settore è caratterizzato da realtà di piccole e microimprese che rappresentano poco più dell’82% del totale.


Le imprese attive nell’ambito della salute umana continuano a rappresentare la quota maggioritaria del numero totale di imprese biotecnologiche italiane, dove circa tre quarti del fatturato totale è prodotto dal settore della salute, di cui il 17% è dato dal settore industria ed ambiente. Il fatturato nel 2020 mostra una sostanziale tenuta, registrando rispetto al 2019 un calo del 5%, pari a meno della metà di quanto registrato dal fatturato dell’industria italiana nel suo complesso (-12%). Particolarmente significativa in tal senso è la forte e continua crescita delle imprese biotech “dedicate”, aziende che investono almeno il 75% del budget nella ricerca biotecnologica, che hanno registrato un incremento del 30%. Si conferma anche la tendenza della crescita del numero di imprese attive nelle biotecnologie industriali (+29% fra il 2014 e il 2021) e soprattutto di quelle con applicazioni ad agricoltura e zootecnia (+35% nello stesso arco temporale).


A livello territoriale la Lombardia e le regioni del nord si confermano polo di primaria importanza per produzione e fatturato biotech. Inoltre, negli ultimi anni, si registra anche una progressiva diffusione su tutto il territorio nazionale con una crescita delle regioni del Mezzogiorno e del Nord Est particolarmente presenti nel settore delle biotecnologie industriali. Per quanto riguarda gli investimenti nella ricerca e sviluppo (R&S), le imprese del comparto “dedicate” hanno mostrato un’accelerazione nel 2020 con un incremento del 7% sul 2019. Anche per gli investimenti in R&S biotech la crescita registrata è stata maggiore rispetto a quella media del comparto, con un +15% nel 2020 rispetto al 2019.

Per Elena Sgaravatti, Vicepresidente Assobiotec – Federchimica, “le biotecnologie sono state alla base di tutte le risposte alla crisi pandemica: dal sequenziamento del genoma del virus alla diagnostica molecolare, dai vaccini agli anticorpi monoclonali e agli antivirali, tutto è basato sul biotech. E oggi, alla fine dell’emergenza sanitaria ma di fronte a nuove, urgenti, drammatiche necessità: crescita economica sostenibile, diversificazione e ampliamento delle fonti energetiche ma anche capacità di approvvigionamento di materie prime per l’alimentazione umana e animale; le biotecnologie possono giocare ancora una volta un ruolo cruciale. Il Paese, con il PNRR ha una straordinaria occasione per ripartire e non può permettersi adesso di sbagliare. Scegliere di avviare riforme e investire le risorse del Next Generation EU sull’innovazione significa traghettare il Paese verso un futuro migliore e il biotech è certamente una tecnologia che, in questa prospettiva, non può essere trascurata”.


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