Giornata mondiale cancro
02 Febbraio 2024 Al convegno “Close the care gap”, promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dalla Fondazione Aiom, un faro sulle determinanti economiche e sociali che colpiscono i pazienti oncologici
Anche le disponibilità economiche e il titolo di studio influenzano la mortalità per colpa del cancro in Italia. A dirlo è uno studio, pubblicato sul Journal of public health, che ha osservato come un quarto dei decessi oncologici avvenuti nel Paese nel 2019, fra i 30 e gli 84 anni, siano da mettere in relazione con la bassa scolarità. Al dato, si aggiunge la cosiddetta “tossicità finanziaria”, ovvero la necessità che colpisce il 26% dei pazienti con tumore di assumere le spese ingenti di viaggio per seguire le cure, magari in altre regioni o aree dell’Italia. Ai temi, è dedicato il convegno “Close the care gap”, promosso dall’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) e dalla Fondazione Aiom, presso la sede dell’Istituto superiore di sanità, alla vigilia della Giornata mondiale contro il cancro che si celebra sin dal 2000 il 4 febbraio.
Il questionario sulla tossicità finanziaria
L’Associazione Aiom ha condotto un questionario Proffit (Patient reported outcome for fighting financial toxicity), composto da 16 affermazioni sui cui i pazienti sono stati chiamati a esprimere o meno il loro assenso. Le affermazioni toccavano diversi temi, a partire dalla qualità della interazione tra il paziente e gli operatori sanitari e dalla capacità di parlarsi e costruire una rete di accoglienza, in cui il malato si senta preso in carico, fino alle spese che il sistema non copre. “Alcune uscite – afferma il presidente di Aiom, Francesco Perrone – riguardano il ricorso più o meno frequente alla sanità privata. Altre toccano farmaci supplementari o integratori, oppure trattamenti aggiuntivi utili, ad esempio la fisioterapia che è difficile praticare nel sistema pubblico. Poi c’è la logistica: la distanza tra la casa e il luogo dove si ricevono le cure e le spese di trasporto da sostenere. E questo non solo nei casi estremi di migrazione sanitaria da Sud a Nord. I problemi possono nascere per raggiungere dalla provincia i centri specialistici nelle grandi città”. “Temiamo - aggiunge - che l’autonomia differenziata possa peggiorare i gap. Siamo lontani da quello che l’Europa ci chiede a livello nazionale, ancora di più nel Sud”.
Quanto influenza la bassa scolarità
Chi dispone di più strumenti finanziari non sempre ma speso ha un titolo di studio più elevato. Ma non solo. Chi ha un tasso di istruzione più alto sa interpretare le informazioni utili sui sintomi della malattia per adottare comportamenti che possono influire sull’efficacia delle terapie e comprende il valore della prevenzione. “È necessario – afferma Saverio Cinieri, presidente della Fondazione Aiom – potenziare le azioni volte a diffondere l’adozione consapevole di uno stile di vita sano e attivo in tutte le età, promuovendo campagne mirate. La sedentarietà disegna un gradiente sociale a svantaggio delle persone con maggiori problemi economici o bassa istruzione, fra le quali raggiunge il 43% rispetto al 25% dei cittadini che non vivono questa condizione. E l’obesità è pari al 17% fra gli individui con svantaggio sociale rispetto al 9% di chi non ne riferisce. Nel 2022, la prevalenza del fumo fra le persone con molte difficoltà economiche era pari al 37% ed analoga a quanto si osservava nel 2008, mentre fra chi non ha problemi finanziari la quota di fumatori è scesa dal 27% al 22% fra il 2008 e il 2022”.
Esposizione ad agenti atmosferici
La conoscenza e la consapevolezza del legame fra inquinamento atmosferico e cancro andrebbero maggiormente diffuse fra i cittadini e le istituzioni. A parlarne, in videocollegamento, è Paolo Vineis, ordinario di Epidemiologia ambientale presso l'Imperial College di Londra. “Le esposizioni ambientali sono molto diffuse - sostiene il docente -, si verificano a basse dosi, iniziano già in utero ma continuano per tutta la vita, possono riguardare singole fonti o miscele. Stime recenti parlano di 8 milioni di decessi collegabili a inquinamento atmosferico, in particolare in India e in alcuni Paesi africani”.
Scarsa omogeneità di cura
“Scopo della giornata mondiale contro il cancro è portare all’attenzione le azioni da compiere”, ricorda Mauro Biffoni, direttore del dipartimento di oncologia e medicina molecolare dell’Istituto superiore di sanità. “Il tema di quest’anno - prosegue - è eliminare il divario che esiste fra i Paesi nel mondo. Secondo i dati della Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (Iarc), l’incidenza è maggiore nei Paesi ad economia avanzata, mentre la mortalità è migliore rispetto a quelli in via di sviluppo. L’Italia - precisa - assicura tutte le terapie innovative, il problema è la corretta gestione fin dall’inizio del percorso oncologico in tutte le aree del Paese. Dobbiamo intervenire sulle differenze in Europa, in Italia e nelle Regioni perché non c’è omogeneità”. Gli fa eco Rocco Bellantone, presidente dell’Istituto superiore di sanità: “da uomo del meridione - afferma - mi ferisce ancor di più che nella zona dell’Italia del Sud un cittadino abbia meno chance di uno che vive nelle regioni del Nord di sopravvivere a un tumore”. Il presidente ricorda inoltre l’impegno dell’istituto nella promozione di stili di vita salutari. “A mio avviso - avverte Bellantone - bisogna iniziare a un forte programma nelle elementari”.
La voce dei pazienti
Dall’ascolto dei pazienti possono giungere le soluzioni per migliorare le condizioni di cura. Ne è convinta Adriana Bonifacino, presidente Incontradonna: “realizzare e implementare le reti oncologiche non è più opzionabile, è una necessità che le Associazioni di pazienti sentono fortemente. Basti pensare quanto sia fondamentale - rammenta -, solo per il carcinoma mammario, affidarsi ai centri di senologia di eccellenza regionale per poter ottenere un 18% in più in termini di sopravvivenza a cinque anni”.
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