Farmaci
14 Novembre 2023 L’Italia fa tanto per rendere accessibili le terapie ai cittadini. Ma potrebbe fare di più, evitando le diseguaglianze tra territori nelle spese di fornitura, specie per i medicinali acquistati direttamente da Regioni ed Asl, ed introducendo le linee guida antifrodi della comunità europea. Le conclusioni giungono a fine lettura del Report dell’Osservatorio GIMBE sul ruolo della filiera healthcare
L’Italia fa tanto per rendere accessibili le terapie ai cittadini. Ma potrebbe fare di più, evitando le diseguaglianze tra territori nelle spese di fornitura, specie per i medicinali acquistati direttamente da Regioni ed Asl, ed introducendo le linee guida antifrodi della comunità europea. Le conclusioni giungono a fine lettura del Report dell’Osservatorio GIMBE sul ruolo della filiera healthcare nel Servizio sanitario nazionale. La Fondazione guidata da Nino Cartabellotta indaga la distribuzione dei farmaci. L’analisi considera soprattutto le disparità regionali nella distribuzione di farmaci del prontuario ospedale-territorio e scopre evidenti difformità nelle spese tra Nord e Sud e tra regioni. Quindi valuta le situazioni di irreperibilità di farmaci e gli strumenti con cui nel nostro Paese evitiamo contraffazioni.
Diseguaglianze distributive - La spesa totale per i farmaci acquistati da centrali regionali ed Asl, e da distribuire sia direttamente negli ospedali sia per conto in farmacie convenzionate, è stata nel 2022 di 9,5 miliardi, con aumento del 9,5% rispetto al 2021, per una spesa media a cittadino di euro 160,9. Ma da un punto all’altro della Penisola questa spesa pro-capite cambia. È di 148 euro al Nord, di 162,7 al centro, di 177,9 al Sud. Dei 9,5 miliardi, 7,1 sono di spesa per farmaci dispensati dalle farmacie ospedaliere, e 2,4 per medicine accessibili nelle farmacie territoriali. Per i primi, la spesa pubblica per ciascun residente al Nord è 116 euro, al Centro scende a 113,5 euro e al Sud risale a 132,8 per ragioni storiche e/o dipendenti dai criteri di approvvigionamento. Ci sono ad esempio regioni come la Sardegna dove la spesa per farmaci in distribuzione diretta sale a 160 euro pro capite contro la metà dell’Emilia-Romagna: eppure in entrambi i casi la DD la fa da regina coprendo rispettivamente il 98 e l’85% della distribuzione dei farmaci in prontuario ospedale-territorio. La distribuzione per conto presenta altrettante differenze ma è più dipendente dalla contrattazione della regione con le farmacie. Troviamo una spesa più alta per cittadino in Molise, 63 euro, e la più bassa in Emilia-Romagna, 26,5 euro. Il costo per il servizio sanitario della DPC è in media 7,05 euro per confezione, per un ricarico medio corrispondente al 17,5% del prezzo al quale il Ssn compra il medicinale. I ricarichi vanno dai 4,1 euro medi dell’Emilia-Romagna ai 4,9 della Liguria fino ai 9,3 della Lombardia e agli 11 della Basilicata. Sia nella DD sia nella DPC regioni limitrofe hanno spese pro capite molto diverse, per la DD citiamo il caso di Lazio ed Abruzzo con rispettivamente 97,7 e 128,5 euro.
Reperibilità – Al momento dell’osservazione (2023) AIFA ha quasi 3471 specialità carenti. Per 3137 (89%) di queste c’è un’alternativa terapeutica a disposizione, mentre per 334 (11%) è consentita l’importazione del medicinale dall’estero. Da sottolineare l’efficienza della filiera di grossisti e depositi che nel 2021, ultimi dati disponibili, a fronte di 750 mila spedizioni in entrata, ne hanno garantiti 21 milioni in uscita. «Questa attività è cruciale per la tempestiva disponibilità dei medicinali al cittadino – spiega Marco Mosti, Direttore Operativo della Fondazione GIMBE – in quanto la distribuzione intermedia, pur detenendo elevati stock di medicinali, deve garantirne la tempestiva consegna anche pluri-giornaliera e con tempistiche predefinite alle farmacie». E aggiunge: «L’accorpamento delle consegne, con la conseguente riduzione del numero medio di visite giornaliere in farmacie e parafarmacie, senza impattare sulla continuità né sul livello di servizio al cittadino/paziente— rappresenta un’importante svolta in termini di sostenibilità ambientale, economica, ma anche sociale».
Tracciabilità – L’Italia non ha ancora recepito le Linee guida sulle Buone Pratiche di Distribuzione dei medicinali per uso umano pubblicate dalla Commissione Europea il 5 novembre 2013 che fissano strumenti per assistere i grossisti contro i rischi di contraffazioni e falsificazioni. Il sistema per garantire la qualità dei farmaci in Italia include la registrazione univoca dei soggetti coinvolti nella distribuzione dei medicinali (siti logistici autorizzati che alimentano la Banca Dati Centrale dell’AIFA) e meccanismi di identificazione delle confezioni, il bollino farmaceutico e l’imminente serializzazione prevista dalla Falsified Medicines Directive per i farmaci soggetti a prescrizione, fino al monitoraggio elettronico delle movimentazioni che ha reso la filiera più sicura.
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