Governo e Parlamento
03 Luglio 2023 Nel 2020 l'Italia aveva una spesa sanitaria pubblica pari al 7,1% del Prodotto interno lordo, molto efficiente. Già prima dei nuovi letti in terapia intensiva e semintensiva, era terza, fra i Paesi europei per numero di letti ospedalieri con 3,19 posti ogni 1000 abitanti
Nel 2020 l'Italia aveva una spesa sanitaria pubblica pari al 7,1% del Prodotto interno lordo, molto efficiente. Già prima dei nuovi letti in terapia intensiva e semintensiva, era terza, fra i Paesi europei per numero di letti ospedalieri con 3,19 posti ogni 1000 abitanti. Ma registrava la più bassa disponibilità in Europa di strutture residenziali destinate agli anziani. I dati riferiti al 2020 si trovano nel dossier dell'Ufficio Valutazione Impatto del Senato, curato da Silvio Biancolatte e Simone Bonanni in occasione dei 45 anni del Servizio sanitario. L’efficienza della sanità italiana è quella dei paesi “beveridgiani”, con sistemi sanitari nazionali “universalistici”, che attraverso le tasse cercano di coprire tutti i bisogni di salute dei cittadini. Pur essendo ultimi per incidenza della spesa sanitaria pubblica sulla produzione del sistema paese, noi e la Spagna (quest’ultima con una spesa pubblica pari al 78% del Pil) abbiamo sanità con elevato livello di efficienza. Al contrario, negli Stati Uniti, anche se la spesa pubblica si colloca al 15,9% del Pil, alcune categorie di lavoratori sono scoperte. La stessa spesa pubblica in genere supera il 10% in tutti i paesi a prevalenza di mutue categoriali o locali incluse Francia e Germania (si parla di sistemi “bismarckiani”, basati sull’assicurazione sociale di malattia). Nel 2021 l’Italia ha superato la Spagna per spesa sanitaria pro capite con 3.052 dollari contro 2.724. Gli Stati Uniti si confermano primi per livello di spesa (10.052), seguiti dalla Germania (6.351 dollari a residente). Malgrado la nostra spesa sia metà di quella tedesca, le classifiche dell’aspettativa di vita alla nascita ci vedono primi con 83 anni e alla pari per aspettativa di vita in salute (71,9 anni). Appare ribadita, come sottolinea il dossier, “la tendenza alla maggiore dispendiosità dei sistemi Bismarck". Non è finita.
Pur vantando ospedali competitivi a livello internazionale, l'Italia, con 1.614 dollari di spesa ospedaliera pubblica pro-capite, precede in classifica solo Spagna e Canada. Stavolta è un paese “beveridgiano”, a sanità pubblica forte – la Svezia – prima per spesa con 2.256 pro capite, seguita da Francia (2.046), Regno Unito (1.964) e Germania (1.941). La spesa Usa è la più alta alta in assoluto: 3.480 dollari. Per posti letto ospedalieri con 3,19 ogni 1000 abitanti siamo terzi, dopo la Germania con 7,82 lettii, la Francia, con 5,73 e con dietro di noi tutti gli altri Paesi europei (2,95 posti la Spagna, 2,43 il Regno Unito, 2,05 la Svezia) e persino gli Stati Uniti con 2,8 letti ed il Canada con 2,55. I problemi iniziano ad affiorare, perché li percepiamo tutti i giorni, nei letti delle strutture residenziali. Qui i dati si riferiscono al 2019 e vedono l'Italia ultima con 18,8 posti per 1000 abitanti over 65. E staccata: al penultimo posto ci sono gli Usa con 29,9 posti, poi ci sono tutti gli altri, e prima è la Svezia con 68,1 letti per 1000 abitanti over 65. Eppure Italia e Svezia sono molto vicine tra loro (noi però siamo secondi dopo la Spagna) non solo nell’attesa di vita sopra e sotto i 70 anni nonché nelle cause di morte entro i 70 anni di età. Malgrado la grande spesa in rapporto al Pil, sotto la soglia degli 80 anni per attesa di vita si collocano solo gli Stati Uniti con 78,5 anni.
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