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24 Marzo 2023La vaccinazione rappresenta, senza dubbi, la forma più efficace di prevenzione contro l’influenza. Eppure, in Italia non ha mai raggiunto, l’obiettivo minimo di copertura del 75% raccomandato dall’OMS e dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-19, né nella popolazione anziana, né tantomeno nella popolazione generale
Non vi sono dubbi sul fatto che la vaccinazione rappresenti la forma più efficace di prevenzione contro l’influenza. Eppure, in Italia la vaccinazione antinfluenzale non ha mai raggiunto, né nella popolazione anziana, né tantomeno nella popolazione generale, l’obiettivo minimo di copertura del 75% raccomandato dall’OMS e dal Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale (PNPV) 2017-19.
In seguito alla pandemia da COVID-19 si è anzi registrata un’ulteriore riduzione dei tassi nazionali di copertura contro l’influenza. Infatti l’incremento delle coperture indotto dall’emergenza pandemica nella stagione 2020-2021 è stato seguito da un nuovo calo rilevante nella stagione successiva (1). I segnali provenienti dall’emisfero Sud nella scorsa estate avevano richiamato l’attenzione sulla potenziale severità dell’influenza nella stagione 2022-2023, premesse puntualmente confermate dai fatti. Alla luce di ciò, è della massima importanza pensare a nuove modalità di offerta che possano aumentare le coperture vaccinali contro l’influenza, sottolineando l’importanza di una scelta del vaccino personalizzata che tenga conto dell’età e delle specifiche condizioni di rischio del soggetto. Sebbene i dati dell’attuale campagna di vaccinazione non siano ancora disponibili, tutti gli indicatori (a partire dalle quantità di vaccino richieste dalle regioni nelle gare di appalto) confermano anche per quest’anno un ulteriore decremento delle coperture vaccinali. Come rispondere a questo fenomeno? Come migliorare la diffusione della vaccinazione antinfluenzale nel nostro Paese? Quali iniziative promuovere? Un impulso potrebbe venire dall’adozione di una strategia imperniata sulla chiamata attiva che superi la semplice campagna di informazione e sensibilizzazione e in cui la scelta di effettuare la vaccinazione non nasce dall’iniziativa del singolo, ma viene proposta attivamente dagli operatori di sanità pubblica. Nella realtà italiana le esperienze di “chiamata attiva” sono limitate alle vaccinazioni dell’infanzia. Le Regioni e la PA non hanno ancora messo a punto un sistema di innvito all’effettuazione della vaccinazione antinfluenzale nella popolazione target. La chiamata attiva non viene attuata in maniera sistematica, ma viene lasciata all’iniziativa del medico proponente. C’è ancora molta strada da percorrere, ma ci sono anche strategie “semplici” da adottare, per migliorare l’aderenza della popolazione alla campagna di vaccinazione antinfluenzale. Un contributo in questo senso viene dall’iniziativa di un board di esperti che hanno analizzato il valore e l’impatto della chiamata attiva quale strumento per aumentare le coperture vaccinali e che si è concretizzata nella realizzazione del progetto editoriale “Il ruolo della chiamata attiva nella vaccinazione antinfluenzale in soggetti di età ≥65 anni e soggetti a rischio”. Dal documento emerge una serie di azioni programmatiche che possono favorire la chiamata attiva con conseguente aumento della copertura vaccinale. Alcune di queste sono di carattere organizzativo. Per esempio, si raccomanda di basare la programmazione dei quantitativi di vaccino necessari sugli obiettivi prefissati e non sulle coperture “storiche”, di effettuare le gare d’appalto con adeguato anticipo rispetto alla stagione per consentire la consegna in tempi adeguati da parte delle aziende produttrici dei vaccini. Un’altra indicazione è quella di agevolare al massimo l’accessibilità alla vaccinazione da parte della popolazione eleggibile, mettendo i medici vaccinatori (MMG e personale ASL) nelle migliori condizioni per svolgere al meglio i loro compiti. Secondo il documento è inoltre auspicabile l’emanazione di una normativa che consenta il superamento di alcuni vincoli imposti dalle leggi sulla privacy per il trattamento dei dati personali, in modo da consentire a Regioni e ASL di estrarre i dati dei soggetti di età ≥65 anni e di quelli a rischio, requisito essenziale per implementare la chiamata attiva. Nel frattempo sarebbe comunque possibile sviluppare App dedicate per i MMG che potrebbero consentire loro di effettuare la chiamata attiva nei confronti dei propri assistiti. Fondamentale, secondo il fascicolo, anche la realizzazione di un’Anagrafe Vaccinale Nazionale (AVN). Altre raccomandazioni sono rivolte agli stakeholders. Si sottolinea infatti come sia fondamentale creare nei decisori una maggior consapevolezza del rischio correlato all’influenza e dei vantaggi del raggiungimento delle coperture vaccinali indicate dalla Circolare ministeriale, che potrebbe contenere raccomandazioni più chiare e inequivocabili. Il coinvolgimento del MMG andrebbe reso più agile, alleggerendo l’eccessivo carico burocratico e andrebbe promosso ricorrendo a un nuovo sistema di remunerazione e incentivazione legato al raggiungimento di chiari obiettivi di copertura vaccinale.
Un aspetto importantissimo per favorire la chiamata attiva e per migliorare la copertura vaccinale è quello relativo alla comunicazione che andrebbe implementata con l’obiettivo di aumentare la consapevolezza del rischio correlato all’influenza e dell’importanza della vaccinazione attraverso l’uso di tutti gli strumenti disponibili, da quelli tradizionali a quelli più innovativi. Ciò richiede ovviamente la collaborazione di esperti e la sua personalizzazione in base al pubblico cui è rivolta. Secondo il board di esperti è anche importante che le Società scientifiche sensibilizzino i decisori e gli operatori sanitari sulla potenziale gravità dell’influenza, mentre le evidenze relative alla sicurezza della co-somministrazione dei vaccini antinfluenzali e anti-COVID devono essere utilizzati per rassicurare gli operatori sanitari e gli assistiti.
Fra le strategie che sembrano offrire i migliori risultati nel favorire l’adesione alle campagne vaccinali vi è la cosiddetta “spinta gentile”, approccio che prevede l’adozione di accorgimenti per indurre ‘gentilmente’ le persone a fare la scelta più consona ai propri interessi attraverso un percorso di ragionamento estremamente semplice e rapido, pur mantenendo la libertà decisionale delle persone. Rientra nella spinta gentile anche il semplice invio di un sms da parte del medico ai propri pazienti. Un esempio dell’impatto che può essere ottenuto da questa semplice operazione viene da uno studio condotto negli Stati Uniti nel caso della vaccinazione per il Covid-19 (2), da cui emerge come l’invio dei messaggi di testo prima dell’appuntamento con il MMG consenta di aumentare i tassi di vaccinazione del 5% circa; i risultati migliori sono stati ottenuti con una strategia che prevedeva l’invio di due messaggi, uno 72 ore prima dell’appuntamento e uno 24 ore prima. In questo caso l’incremento dei tassi di vaccinazione è stato dell’11%.
1 - Il ruolo della chiamata attiva nella vaccinazione antinfluenzale per soggetti di età >65 anni e soggetti a rischio. Analisi dello scenario nazionale sulle vaccinazioni antinfluenzali stagionali
2 - Milkman KL, Patel MS, Gandhi L, et al. A megastudy of text-based nudges encouraging patients to get vaccinated at an upcoming doctor’s appointment. Proc Natl Acad Sci U S A 2021;118(20):e210116511
03/03/2023
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