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16 Dicembre 2022

Scommettere sulle Coop e non perdere medici di famiglia. Le richieste Fimmg Lombardia


Scommettere sulle Coop e non perdere medici di famiglia. Le richieste Fimmg Lombardia

Scommettere di più sulle cooperative di categoria e venire incontro alle spese dei medici, specie i giovani subentranti in uno studio convenzionato: sono le richieste principali poste da Fimmg in Lombardia all’incontro organizzato con il governatore Attilio Fontana, a meno di due mesi dalle elezioni del 13 febbraio, alle quali lo stesso Fontana si candida per la Lega, avendo per avversaria l’ex assessora alla Salute Letizia Moratti nelle file di Azione. Alla presenza dell’attuale assessore Guido Bertolaso, del DG Sanità Gianni Pavesi e del segretario nazionale Fimmg Silvestro Scotti, si è parlato delle imminenti sfide per la sanità territoriale lombarda: da una parte, fare i conti con la costante diminuzione dei medici, dall’altra organizzare le case della comunità malgrado la scarsità di personale. Un ruolo organizzativo possono rivestirlo le cooperative di servizio per la medicina generale, come testimoniato dalle esperienze dei medici Davide Lauri (CMMC), Mario Sorlini (IML), Giovanna Scienza (Medici Insubria) e Marco Magri (Cosma). Oggi, come spiega il vice segretario nazionale Fimmg Fiorenzo Corti, «questa specifica tipologia di cooperativa raccoglie l'adesione di oltre 3500 medici di famiglia lombardi ed è una peculiarità del servizio sanitario regionale, sia nella gestione della presa in carico dei pazienti cronici tramite centri servizi, sia nell’uso di piattaforme di tele-monitoraggio domiciliare che, durante la pandemia hanno sorvegliato a casa, secondo un piano assistenziale creato dal medico curante, migliaia di residenti». Tuttora operativi, gli stessi strumenti di “telemedicina”, suggerisce Corti, potrebbero essere utilizzati per la sorveglianza di pazienti fragili in assistenza domiciliare. E non soltanto: «In piena campagna vaccinale anti-Covid le cooperative, grazie a dire il vero anche all'opera di Bertolaso che ci ha creduto, hanno permesso ai mmg di praticare quasi 2 milioni di inoculi». 

Corti chiede alla Regione di impegnarsi a creare nuove medicine di gruppo –con la collaborazione dei comuni– mettendo a disposizione, specie dei giovani, strutture per attivare studi di prossimità nei centri più piccoli. E sarebbe bene fare qualcosa anche sotto il profilo dei fattori produttivi: da tempo è raggiunto il tetto che la Regione può permettersi, il collaboratore è presente in metà dei 5300 medici lombardi, l’infermiere in uno su tre, «dobbiamo arrivare al 100%». Dall’altra parte bisogna investire nella formazione: oggi, spiega Corti, la scarsità di medici di famiglia «impedisce al cittadino di esercitare in pieno il suo diritto alla libera scelta del medico, unico professionista Ssn con cui gli è possibile stabilire in questo momento un rapporto di fiducia». Altra priorità è ridurre il carico burocratico: il medico lombardo oggi deve collegarsi a portali diversi per un certificato di infortunio, la prescrizione di un farmaco o di un dispositivo medico o di un ausilio (carrozzina, presidi di assorbenza ecc.)

All’insediamento del nuovo assessore Bertolaso, lo scorso mese, come Segretario Regionale Fimmg Paola Pedrini aveva chiesto un salto di qualità per la medicina del territorio con interventi concreti ed immediati. Dai lavori emerge che la Regione potrebbe venire incontro in due modi: intanto, applicando al più presto l’accordo integrativo firmato da poco tra DG Welfare e sindacati; in secondo luogo, monitorando con le rappresentanze dei medici alcuni passaggi obbligati della riforma così da rendere graduale il delicato transito dei medici di famiglia dallo stato di “fornitori” delle Agenzie di Tutela Sanitaria –le ex Asl acquirenti di prestazioni– a quello di operatori delle Aziende Socio Sanitarie Territoriali, erogatrici di prestazioni. C’è inoltre da costruire l’operatività dei Dipartimenti di Cure Primarie, e da ristrutturare le attività del corso di formazione specifica. «Uno spazio importante –conclude Corti– è per le associazioni che rappresentano i pazienti cronici: un canale di ascolto di coloro che sono i fruitori del nostro servizio».





TAG: FIMMG, LOMBARDIA

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