Governo e Parlamento
21 Novembre 2022 La bozza di riforma presentata in Conferenza Stato-Regioni dal ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli propone un percorso di decentramento di diverse competenze, oggi attribuite alla potestà concorrente tra Stato e territorio, tra queste la salute. Proposta non apprezzata da tutti i governatori
La bozza di riforma presentata in Conferenza Stato-Regioni dal ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli propone un percorso di decentramento di diverse competenze, oggi attribuite alla potestà concorrente tra Stato e territorio, tra queste la salute. Proposta non apprezzata da tutti i governatori, soprattutto perché non fissa i Lep, i livelli essenziali di prestazioni che dovrebbero essere rispettati in tutto il Paese per ogni materia. Se Lombardia, Veneto e Piemonte hanno già fatto sapere di essere interessate a questa proposta, le Regioni del Sud non sono per niente d’accordo. Il presidente della Campania, Vincenzo De Luca, lo ha definito «un provvedimento che genera il caos e spacca in due il Paese». Il presidente della Puglia Michele Emiliano parla del rischio «di una Babele» di regole. Calderoli professa però sicurezza: «Sono convinto che dopo 21 anni in cui c'è la previsione che lo Stato definisca i livelli essenziali delle prestazioni, questo governo arriverà alla definizione di tutti i livelli». E alle critiche risponde che «quando le richieste sono legittime verranno accolte, quelle strumentali no». Il governatore campano rilancia la battaglia: «Immaginano - ha detto De Luca - di avviare un percorso di nuova autonomia differenziata nelle Regioni in modo da danneggiare ulteriormente il Sud».
Nella discussione interviene anche Roberto Speranza. «Come ex ministro mi sento di dire che se l'autonomia differenziata verrà applicata anche sul versante della sanità, non ci sarà più il servizio sanitario nazionale. Fine dell'assistenza universale a tutti in ogni angolo del Paese. Già oggi ci sono diseguaglianze marcate tra Regioni e abbiamo lavorato tanto per ridurle: ma se passasse l'idea di una deregulation senza limiti e di un'autonomia sfrenata, come quella che propone Calderoli, il rischio è quello, sarebbe la tomba del Servizio sanitario nazionale». Così a La Stampa l’ex ministro Speranza. Il no all’autonomia differenziata arriva anche dai sindacati medici. «I contenuti della bozza del ddl sull'autonomia differenziata ci preoccupano molto e ci lasciano attoniti», dichiara Pierino Di Silverio, segretario del sindacato dei medici dirigenti Ssn, Anaao Assomed. «In un momento in cui sarebbe necessaria una più forte presenza dello Stato e una maggiore unità di intenti delle sue articolazioni nella difesa della salute dei cittadini, specie dopo le fasi drammatiche del Covid, accentuate dagli effetti della regionalizzazione dei servizi sanitari nata con la riforma del Titolo V, ci saremmo aspettati un deciso investimento nel servizio sanitario pubblico, nazionale e universale», afferma.
Parole di ringraziamento nei confronti di Calderoli arrivano, invece, dal presidente della Conferenza delle Regioni, Massimiliano Fedriga «per la sensibilità istituzionale avuta nell’anticipare alla Conferenza delle Regioni la bozza del provvedimento sull’Autonomia differenziata, ma anche per il franco confronto sugli importanti temi connessi alla prossima Legge di Bilancio. In particolare, abbiamo spiegato le priorità e discusso le proposte delle Regioni sulla Legge di Bilancio inviate al Governo. È fondamentale una forte collaborazione istituzionale per superare le principali emergenze economiche e sociali». «Oggi Papa Francesco chiede con un accorato appello più investimenti per l'assistenza sanitaria. Sono d'accordo e non è bello che il Governo Meloni non metta più risorse sulla sanità nella prossima manovra di bilancio. La sanità è un diritto da tutelare con seri investimenti, le Regioni devono avere le risorse adeguate a rispondere al meglio ai bisogni dei cittadini!», scrive sui social Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana. «Leggo dichiarazioni che mi rivolge il (furbo) ministro Calderoli. Intanto, provo una profonda commozione per il fatto che un ministro per le Riforme si accorga, dopo 4 anni, che fra le regioni che chiedono un confronto con il Governo sull’autonomia c’è anche la Campania. Si sono fatte riunioni con tre regioni, con la Campania mai. Bene così», risponde così De Luca alle parole rivolte da Calderoli. Per la sanità, De Luca dice: «no a contratti integrativi regionali per il personale; vigilanza e competenza nazionale per le valutazioni scientifiche e le conseguenti norma sanitarie; applicazione rigorosa di criteri equi aggiornati per il riparto del fondo sanitario nazionale, a fronte di una scandalosa inadempienza da anni del Governo nazionale».
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