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06 Marzo 2024

Elezioni Abruzzo, la questione sanità al centro della sfida

Le elezioni in programma nel fine settimana in Abruzzo, dopo la vittoria del Centrosinistra in Sardegna, presentano una sfida tra due candidati presidenti che rappresentano le due coalizioni nella loro totalità. Per il Centrodestra, c’è il “governatore” uscente Marco Marsilio, 56 anni, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi con l’Italia. Per il Centrosinistra, l’alleanza tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione e Italia Viva sostiene Luciano D’Amico


Elezioni Abruzzo, la questione sanità al centro della sfida

Le elezioni in programma nel fine settimana in Abruzzo, dopo la vittoria del Centrosinistra in Sardegna, presentano una sfida tra due candidati presidenti che rappresentano le due coalizioni nella loro totalità. Per il Centrodestra, c’è il “governatore” uscente Marco Marsilio, 56 anni, romano, politico FdI e scrittore, sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e Noi con l’Italia. Per il Centrosinistra, l’alleanza tra Partito Democratico, Movimento 5 Stelle, Azione e Italia Viva sostiene Luciano D’Amico, docente di economia aziendale a Teramo, abruzzese doc di 64 anni con esperienza all’Azienda trasporti teramana. I sondaggi pre-voto danno un distacco di 1-2 punti a favore del Centrodestra: praticamente appaiate, le due coalizioni non si risparmiano polemiche sui media a partire dalla sanità, una spesa da 3,5 miliardi, il grosso del bilancio regionale. L’opposizione attacca su alcuni dati di fatto: dal 2007 l’Abruzzo non si tira fuori dai piani di rientro dal deficit sanitario; Marsilio ha dovuto sì affrontare gli anni della pandemia, ma la regione ne pare uscita con delle liste d’attesa più lunghe. Il volume di visite specialistiche è sceso dalle 730 mila del 2019, anno di insediamento di Marsilio, a 628 mila del 2023. L’Abruzzo è slittato al terzultimo posto dopo Basilicata e Calabria (dato Agenas) per indice di soddisfazione della domanda interna. Si emigra: nel ‘23 sono circa 29 mila i residenti emigrati per le cure e 18 mila arrivi negli ospedali locali di 11 mila unità, per un esborso di 51 milioni. E si sottolineano problemi di attesa per esami salvavita e per visite nei pronto soccorso nonché falle nella rendicontazione con l’assenza di un tetto sulle prestazioni per le strutture private accreditate (ma quanto il tetto abbatterebbe la già sofferente offerta?) Il presidente uscente replica e parla di “numeri sbagliati e bugie”. Osserva come gli esborsi per mobilità passiva siano molto diminuiti rispetto al 2018 quando erano di 100 milioni, e afferma di aver sbloccato 500 milioni per l’edilizia sanitaria da investire sui quattro ospedali dei capoluoghi, rivendica l’istituzione del Covid Hospital a Pescara.

Il ministro della Salute Orazio Schillaci in visita ha parlato dell’Abruzzo come laboratorio nazionale per la sanità. Il che per una regione in piano di rientro suonerebbe eccessivo. Ma se andiamo a vedere i numeri del Rapporto Svimez sulla Mobilità (ex Agenzia del Mezzogiorno), l’andamento della sanità abruzzese non appare tutto negativo. La spesa sanitaria corrente pro capite nel 2021 è stata identica alla media italiana, 2135 euro, quella in conto capitale (per investimenti) più alta, 52 euro contro 41. Come molte regioni, non solo del Sud, la spesa delle Asl per acquisti diretti di farmaci ha sforato ma nel monitoraggio del Ministero della Salute la gestione Marsilio (o meglio, del piano di rientro) nel garantire l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza risulta adempiente tra quelle del Sud con Puglia e Basilicata. In relazione all’assistenza infermieristica ospedaliera, per Svimez l’Abruzzo ha l’indice di soddisfazione dell’utenza più alto nel Mezzogiorno: un 44% (dato 2022) superiore alla media italiana, pari a sua volta al 41%. Bassi sono gli indici di partecipazione agli screening (mammella) e certo, andrebbe verificata sul campo l’entità dell’offerta di prevenzione. I sindacati dei medici del territorio locali e in particolare FMT hanno denunciato “impicci” nell’accesso agli esami da parte dei pazienti: dopo la visita dallo specialista, data la mancata attivazione dei centri di prenotazione di secondo livello, gli assistiti in molte situazioni sono costretti a tornare dal medico di famiglia per la ricetta. Nelle valli scarseggia intanto il medico del 118. E la continuità assistenziale? Resiste, denunciando da anni sedi per lo più inidonee. Un sospiro di sollievo la medicina generale lo ha tirato lo scorso anno con il decreto-legge che ha cancellato i debiti con la Pubblica Amministrazione per somme impropriamente percepite a seguito degli accordi collettivi regionali che finanziavano indennità contestate dalla Corte dei Conti. In sintesi, l’esito delle elezioni dirà chi sarà chiamato a migliorare una sanità molto condizionata dai conti in rosso, ma è difficile prevedere se l’Abruzzo saprà tirarsi fuori dai disavanzi e dai conseguenti condizionamenti dei governi centrali.

TAG: ELEZIONI

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