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09 Novembre 2023

Spesa sanitaria, Schillaci: metà delle Regioni sotto il tetto di spesa sul personale

Le affermazioni del ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Convention della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere che si è aperta ieri a Roma


Spesa sanitaria, Schillaci: metà delle Regioni sotto il tetto di spesa sul personale

"Ci sono almeno la metà delle regioni italiane che il tetto di spesa sul personale non l'hanno raggiunto e, quindi, possono assumere. Allora, perchè le regioni non assumono?". Lo ha detto il ministro della Salute, Orazio Schillaci, in occasione della Convention della Federazione delle aziende sanitarie e ospedaliere che si è aperta ieri a Roma. "Ci vogliono forze nuove e assunzioni – ha proseguito il ministro - rivendico il fatto che nella finanziaria ci sia finalmente un finanziamento ad hoc per la medicina territoriale nel 2025 e nel 2026, e poi ovviamente bisogna rendere attrattivo tutto il sistema, l'incentivo dato all'extra orario di base volontaria non è trascurabile – ha aggiunto Schillaci, sottolineando - Per gli operatori sanitari siamo passati da 30 a 60 euro l'ora. Non credo sia male in un momento di crisi economica come questo".
Il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, nel suo intervento in apertura della convention, aveva chiesto al Governo di eliminare il tetto di spesa per il personale e assumere 30mila, tra medici e infermieri e assegnare una maggiorazione nelle retribuzioni ai professionisti che contribuiscono ad abbattere le liste di attesa. “Le carenze negli organici e le lunghe liste di attesa aumentano il rischio di non garantire un servizio sanitario all’altezza e richiedono soluzioni immediate – ha detto Migliore - Occorre procedere a 30 mila assunzioni tra medici e infermieri per garantire il futuro ed abolire il tetto di spesa per l’assunzione del personale lasciando alle aziende la possibilità di investire nelle risorse umane nei settori più critici e di contrattare con i singoli professionisti una quota di retribuzione variabile che aumenti in modo significativo la retribuzione. L’idea potrebbe essere quella di rendere possibile un’attività libero professionale di medici e infermieri fuori dall’orario di servizio con prestazioni acquistate dal SSN nell’interesse dei cittadini per consentirci di sfruttare appieno le strutture e le macchine delle nostre aziende. Perché acquistare all’esterno delle aziende prestazioni che possono essere rese dai nostri professionisti”.

Il ministro della Salute Schillaci, dal canto suo ha assicurato: “C’è il nostro impegno e la nostra volontà a togliere il tetto di spesa – ha detto – io sono un liberale convinto che ci voglia responsabilità e non coercizione. Oggi ci sono gli strumenti per controllare ex post chi fa che cosa”.
L’inserimento di un tetto di spesa ai costi del personale, impossibile da sforare, risale al 2004, che ha portato ad una riduzione del personale ospedaliero. Nel 2021 in 5mila operatori sanitari hanno lasciato il Servizio Sanitario Nazionale. Mentre, secondo le stime Fiaso, dal 2018 al 2025, ci saranno oltre 54mila nuovi pensionamenti tra i medici. Uscite che per la Federazione diventa impossibile compensare, sia per la mancanza sul mercato del lavoro di personale sanitario di diversi profili e specializzazioni, sia per lo scarso appeal del sistema pubblico relativo alla valorizzazione degli operatori sanitari. A preoccupare la Fiaso anche il dato sull’età media dei dipendenti in servizio: nel 2020 il 56% del personale medico italiano aveva più di 55 anni di età, valore questo più alto tra tutti i paesi dell’Unione europea. Tutto questo si inserisce in uno scenario che, al contrario, ha visto crescere i bisogni sanitari con l’invecchiamento progressivo della popolazione. Gli over 65 sono più di 14 milioni e rappresentano il 24% dell’intera popolazione.
C’è poi il problema delle liste d’attesa. “Serve un piano straordinario di recupero delle liste di attesa che possa allo stesso tempo valorizzare i professionisti all’interno del sistema sanitario nazionale – ha detto Migliore -. Ecco perché, in un patto di solidarietà tra professionisti e aziende, si potrebbero smaltire visite ed esami fuori dall’orario di servizio e con una retribuzione extra. Una incentivazione fuori busta paga per incarichi extra – ha concluso il presidente Fiaso -. Su tutti i turni aggiuntivi e le prestazioni extra destinate a ridurre le liste d'attesa dovrebbe essere ridotta la tassazione attraverso l'introduzione di una flat tax al 15%”.

Francesca Malandrucco

TAG: SPESA SANITARIA

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