Aifa
04 Ottobre 2023Dopo la scomparsa dii Giovanni Bissoni, Sanità33 ha chiesto un ricordo a Nello Martini, ex Direttore Generale dell’Agenzia italiana del Farmaco e Presidente della Fondazione Ricerca e Salute (Res),
Dopo la scomparsa dii Giovanni Bissoni, Sanità33 ha chiesto a Nello Martini, ex Direttore Generale dell’Agenzia italiana del Farmaco e Presidente della Fondazione Ricerca e Salute (Res), un ricordo di Bissoni, un protagonista assoluto della sanità degli ultimi 20 anni
Dott. Martini è scomparso Giovanni Bissoni, un uomo che, oltre agli incarichi ricoperti, ha profuso ingente impegno per la Sanità Italiana. Qual è stato il suo contributo?
Giovanni Bissoni ha dato un contributo sostanziale e insostituibile al mantenimento del Sevizio Sanitario Nazionale: in particolare, nell’ambito dei rapporti Stato-Regioni, ha assicurato l’unitarietà e l’equità del sistema, evitando derive regionalistiche e tentativi di privatizzazione del sistema.
Quale ricordo ne conserva e quale auspica possa essere quello pubblico?
Conservo un ricordo particolare di Giovanni Bissoni, nell’ambito della istituzione dell’AIFA e della governance farmaceutica.
Abbiamo condiviso che l’AIFA, doveva garantire gli stessi criteri di universalità ed equità di accesso del SSN.
Inoltre, nella architettura degli organi e delle commissioni di AIFA, Giovanni Bissoni ha condiviso una rappresentanza adeguata delle Regioni per assicurare l’unitarietà del sistema farmaceutico nel nostro Paese.
Inoltre Giovanni Bissoni ha condiviso, a nome delle Regioni, l’idea di un’AIFA non puramente regolatoria ma anche di alto valore scientifico, assicurando gli strumenti di informazione agli operatori sanitari (Bollettino-BIF e Progetto FAD) e l’idea di un fondo del 5% per la ricerca indipendente.
Dall'impegno e delle battaglie condotte da Giovanni Bissoni quali sono le più importanti per la sanità di oggi?
Le battaglie più importanti che rappresentano un impegno per le sfide odierne sono: un adeguato finanziamento del Fondo Sanitario Nazionale nel rapporto con il PIL e un assetto istituzionale per evitare che l’autonomia regionale diventi strumento di divisione e di disuguaglianze rispetto alla unitarietà e alla equità del sistema.
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