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29 Maggio 2023 Il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, dopo l'ultima Conferenza Stato-Regioni, non è ancora stato approvato. La Società Italiana d'Igiene fa un appello affinché ciò avvenga. La società scientifica ritiene fondamentale evidenziare le implicazioni di ulteriori ritardi nell'approvazione del Piano, il quale presenta indicazioni per azioni innovative
Il nuovo Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale, dopo l'ultima Conferenza Stato-Regioni, non è ancora stato approvato. La Società Italiana d'Igiene (Siti) fa un appello affinché ciò avvenga. La società scientifica ritiene "fondamentale evidenziare le implicazioni di ulteriori ritardi nell'approvazione del Piano, il quale presenta indicazioni per azioni innovative, che affrontano tematiche di cruciale importanza per la tutela della salute pubblica, come il contrasto all'antimicrobico-resistenza e la delineazione di strategie per raggiungere gli obiettivi di copertura vaccinale.
Inoltre, il Piano 2023-2025 include secondo quanto rileva Siti "sezioni specifiche che trattano argomenti cruciali come le azioni mirate ad una migliore immunizzazione dei gruppi di popolazione a rischio e l'informatizzazione delle anagrafi vaccinali". "Le motivazioni economiche addotte per posticipare l'approvazione del piano, inoltre, - aggiunge in una nota la società scientifica- non sono supportate da alcuna evidenza oggettiva, laddove dall'analisi degli investimenti nella vaccinazione emerge un ritorno in termini di salute pubblica e risparmio economico di almeno 10 volte superiore ai costi reali delle malattie, delle ospedalizzazioni e dell'assistenza. Questo dato dimostra l'importanza di investire adeguatamente nelle campagne vaccinali per preservare la salute di tutti i cittadini". "In assenza di un Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale aggiornato e corredato dalla corretta trasmissione e promozione a livello delle Regioni - dichiara la professoressa Roberta Siliquini, presidente Siti- stiamo assistendo da un lato ad una riduzione delle coperture vaccinali generalizzata, soprattutto nelle popolazioni fragili, e dall'altro ad una iniziativa non coordinata delle diverse Regioni che non fa altro che creare confusione nella popolazione, nonché aumentare le già marcate differenze di equità d'accesso". "Il nuovo Piano – è quindi la conclusione- è stato elaborato tenendo conto delle sfide attuali, ed ogni ulteriore ritardo nella sua approvazione e attuazione potrebbe compromettere gravemente le attività di prevenzione, con ripercussioni sulla salute dei pazienti fragili, con patologie croniche e dei residenti in aree disagiate".
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