Ampliare la copertura sanitaria universale e migliorare l'erogazione dei servizi entro il 2030. Sono i pilastri della nuova iniziativa per rafforzare la sanità digitale lanciata dall'Oms e dai ministri competenti del G20 riuniti a Gandhinagar, in India. Tuttavia, l’ombra dell’Ucraina continua a gettarsi sul forum politico
Ampliare la copertura sanitaria universale e migliorare l'erogazione dei servizi entro il 2030. Sono i pilastri della nuova iniziativa per rafforzare la sanità digitale lanciata dall'Oms e dai ministri competenti del G20 riuniti a Gandhinagar, in India. Dalla prima risoluzione dell'Organizzazione mondiale della sanità sull'eHealth nel 2005, oltre 120 Stati membri hanno sviluppato una politica nazionale per la salute digitale. La Global Initiative on Digital Health (Gidh) opererà come rete e piattaforma gestita dalla stessa Oms. Tuttavia, l’ombra dell’Ucraina continua a gettarsi sul forum politico. La Russia e la Cina si oppongono a qualsiasi riferimento alla guerra nei documenti ufficiali, mettendo a rischio l’unità del G20. Per quanto concerne l’iniziativa globale sulla sanità digitale, si tratta di "un passo integrativo che promuove l'equità nell'assistenza sanitaria facendo convergere gli sforzi e le migliori pratiche", ha spiegato il direttore generale dell'Organizzazione, Tedros Adhanom Ghebreyesus, indicando l'inclusione di "nuovi strumenti come l'intelligenza artificiale" per rafforzare i sistemi sanitari. "L'implementazione potenziale e di successo della tecnologia durante i periodi di gravi interruzioni dell'assistenza è stata evidente durante il Covid-19 con la telemedicina", ha osservato. "Oggi è un giorno importante nella storia del gruppo di lavoro sulla salute del G20, i Paesi non solo hanno identificato una priorità", quella del digitale, "per la sua rilevanza, ma hanno lavorato collettivamente per il suo lancio", ha aggiunto il ministro indiano Mansukh Mandaviya, evidenziando la necessità di un allineamento tra i diversi approcci nazionali.
I ministri della Salute hanno approvato le loro conclusioni senza tuttavia riuscire a evitare l'opposizione della Cina - oltre che della Russia - sulla condanna della guerra in Ucraina. Difficile, fanno trapelare gli sherpa, aspettarsi qualcosa di diverso mentre i raid russi si abbattono su Chernihiv e la minaccia del Dragone incombe su Taiwan. Il confronto dei titolari della Sanità del G20 si è protratto due giorni per affinare un consenso trasversale sulle priorità d'azione da tenere. Una missione riuscita all'unanimità per le loro competenze, con una chiara direzione comune anche all'Oms: rafforzare la cooperazione per "la preparazione, la prevenzione e la risposta" alle emergenze globali - dalle pandemie all'antibiotico resistenza - e aumentare l'equità sanitaria ampliando sempre più la copertura universale e puntando sul digitale. Un contributo "importante", nella visione di Roma, rappresentata al tavolo dall'ambasciatore in India Vincenzo De Luca e da una delegazione del ministro Orazio Schillaci, a un multilateralismo tuttavia "in difficoltà", sfibrato dai colpi dell'aggressione russa in Ucraina. Che, alla fine, irrompe su tutte le scene, compresa quella indiana, facendo saltare gli equilibri.
Il documento finale di nove pagine licenziato dai ministri parla chiaro sin dal cappello iniziale: sulla geopolitica non c'è accordo. E i dettagli arrivano alla penultima pagina, in corrispondenza del paragrafo 22 dedicato alla condanna della guerra. Mosca, si legge in una nota a piè di pagina inserita appositamente, respinge in toto il riferimento ritenendolo "non conforme al mandato del G20". E Pechino arriva in suo sostegno affermando che l'assemblea "non è la piattaforma giusta per affrontare i problemi di sicurezza". Una constatazione esplicita che lo stesso governo del padrone di casa Nerendra Modi aveva espresso a inizio settimana, prima negando l'invito al tavolo negoziale a Kiev - sollevando non poche polemiche -, e poi reiterando la volontà di lasciare fuori dall'aula la geopolitica. I rimandi all'invasione russa tuttavia riprendono quanto formulato e concordato dai leader del G20 a Bali non più tardi del novembre 2022. E se allora a insorgere fu solo il Cremlino, un netto rigetto anche di Pechino a settembre - all'indomani anche del patto a Camp David tra Usa, Corea del Sud e Giappone per arginare l'instabilità nell'Indo-Pacifico - sarebbe visto come un passo indietro. Prima del grande appuntamento, ad avvicinare ancora Putin e Xi potrebbe essere l'affollata riunione dei Brics - 60 i Paesi invitati - tra il 22 e 24 agosto in Sudafrica. Per la diplomazia indiana, devota a promuovere la causa del Sud globale, saranno settimane in salita.
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