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21 Febbraio 2023 Negli ospedali italiani pubblici e privati gli apparecchi di diagnostica per immagini come Tac, mammografi e risonanze magnetiche sono sempre più vecchi, sono quasi 37mila quelli non più in linea con l'attuale livello di innovazione. Il 92% dei mammografi convenzionali hanno più di 10 anni
Negli ospedali italiani pubblici e privati gli apparecchi di diagnostica per immagini come Tac, mammografi e risonanze magnetiche sono sempre più vecchi, sono quasi 37mila quelli non più in linea con l'attuale livello di innovazione. Il 92% dei mammografi convenzionali hanno più di 10 anni, così come il 96% delle Tac. A scattare una fotografia di "significativa vetustà" è un'analisi dell'Osservatorio parco installato delle tecnologie di diagnostica per immagini, in collaborazione con Sirm (Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica) e Aiic (Associazione Italiana Ingegneri Clinici).
"Nel corso degli anni - dice Aniello Aliberti, Presidente Elettromedicali e Servizi Integrati di Confindustria Dispositivi Medici - il parco istallato ha certamente risentito di una serie di fattori: la limitatezza degli investimenti e dei finanziamenti dedicati alla sanità, l'assenza di attenzione all'innovazione nelle politiche pubbliche di acquisto, il permanere di livelli e logiche di rimborso delle prestazioni non incentivanti l'ammodernamento tecnologico. Ci auguriamo - aggiunge - che questo studio possa essere un utile riferimento per individuare le tecnologie su cui è prioritario intervenire con gli investimenti previsti dal Pnrr".
In particolare, secondo l'analisi basata su dati del 2021, tra le apparecchiature più vecchie di 10 anni ci sono appunto il 92% dei mammografi convenzionali, il 96% delle Tac (meno di 16 slice), il 91% dei sistemi radiografici fissi convenzionali, l'80,8% delle unità mobili radiografiche convenzionali, il 30,5% delle risonanze magnetiche chiuse (1-1,5 tesla).
"Il Pnrr - afferma Antonio Orlacchio della Sirm – ha previsto l'ammodernamento del parco tecnologico con la sostituzione di 3.133 apparecchiature installate da oltre cinque anni. Le risorse del piano non appaiono, però, completamente sufficienti a sopperire alle criticità emerse dallo studio. E investire nelle sole apparecchiature non è sufficiente, c'è bisogno di un adeguato reclutamento e valorizzazione economica dei radiologi, del personale tecnico e infermieristico per assicurare efficace e completo funzionamento delle apparecchiature".
Secondo Giovanni Guizzetti di Aiic, "la disponibilità di dati completi sulle grandi apparecchiature diagnostiche ci permetterà, alla fine del 2024, di valutare l'impatto della Mission 6 c. 2 del Pnrr, che prevede la sostituzione di 2.200 grandi apparecchiature, più 900 ecografi. È evidente che un piano di sostituzione basato solo sull'età anagrafica dell'apparecchiatura, senza prevedere quale uso se ne faccia, in termini di quali e quante prestazioni, è a forte rischio di inappropriatezza. L'obiettivo è arrivare ad una condivisione tra aziende produttrici e distributrici, utilizzatori ed esperti di tecnologia, di criteri che individuino quale complessità tecnologica sia davvero necessaria per produrre una determinata prestazione e quante prestazioni rendano appropriata la disponibilità di una grande apparecchiatura".
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