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Medicina

22 Settembre 2023

Case di comunità, attiva una dieci. Ecco la tabella di marcia

A giugno 2023 ha aperto una casa di comunità su dieci e per fortuna le altre nove sono attese da qui a due anni. In ogni caso, non sono buone le notizie sul tabellino di marcia delle case e degli ospedali di comunità, per non parlare delle Centrali operative territoriali


Case di comunità, attiva una dieci. Ecco la tabella di marcia

A giugno 2023 ha aperto una casa di comunità su dieci e per fortuna le altre nove sono attese da qui a due anni. In ogni caso, non sono buone le notizie sul tabellino di marcia delle case e degli ospedali di comunità, per non parlare delle Centrali operative territoriali. Da una parte arriva la notizia che costano troppo e i soldi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza non bastano, 414 “case” su 1450 e 96 “ospedali-OsCo” su 400 saranno finanziati attingendo ai circa 10 miliardi del Fondo edilizia sanitaria rimasti dagli anni Novanta del secolo scorso e i tempi di messa in opera potrebbero dilatarsi. Ma i tempi si dilateranno anche per le “Cot” con le 600 finanziabili dal PNRR che scenderebbero a 524. Dall’altra parte le rilevazioni dell’Agenzia per i servizi sanitari regionali fatte entro giugno scorso – cioè, precedenti alla scelta di diversificare i finanziamenti– e trasmesse al Ministero della Salute dicono che, su un totale di 1450 case di comunità solo 187 ad oggi sono “funzionalmente attive”, cioè operative. Sono altresì operativi 76 ospedali di comunità su 434 previsti e appena 77 centrali sulle 611 che dovrebbero realizzarsi entro il 2024. Per case ed ospedali c’è tempo fino al 2026 e molti contratti stanno concretizzandosi. Ma c’è una terza variabile, riscontrata da Agenas: “le regioni hanno valutato autonomamente i criteri di attribuzione delle destinazioni delle Case di comunità”. Così scopriamo che a livello nazionale delle 187 case realizzate fin qui solo 102 prevedono il medico di famiglia e 53 il pediatra di libera scelta. I medici convenzionati – di famiglia o pediatra – svolgono nell’insieme come forza lavoro meno di 30 ore settimanali in 49 delle 102 case in cui esercitano, fra 30 e 49 in 32 “case” e fra 50 e 60 ore in 21 “case”. Posto che la taglia media delle aggregazioni funzionali di medici di famiglia è di 20-30, e l’Agenas ipotizzava un impegno medio di 2 ore settimanali per ciascun medico di famiglia, e posta una quota di ore riservata talora al pediatra, soddisfano (e in parte) la richiesta al momento solo le case del secondo e terzo tipo, cioè appena più della metà di quelle attivate. In 137 delle 187 case di comunità attive è presente una équipe multiprofessionale minima, in 155 è stato istituito l’ambulatorio infermieristico per la gestione delle cronicità, che dunque in 43 casi è fisicamente slegato dalla compresenza di un medico di famiglia. In 155 CdC è presente un punto unico d’accesso ai servizi della sanità pubblica. Non è tutto: funzionano 7 giorni su 7 solo 59 case di comunità su 187 attive; di queste 59, 33 sono operative su 24 ore, 19 su 12 ore al giorno e le restanti meno di 12 ore; 48 funzionano 6 giorni su 7, di cui 2 H24, 26 per 12 ore al giorno, 20 meno di 12 ore al giorno.

Rispetto ai cronoprogrammi sembrano abbastanza indietro tutte le regioni. La Lombardia ha attivato 92 case delle 199 per essa previste dal PNRR, il Lazio ne ha attivate 20 su 135, una piccola parte variabile è stata attivata fuori dei contratti istituzionali di sviluppo (CIS) ma in Sardegna le case previste con la modalità alternativa sono 30 su 50 e qui i tempi non si sa se saranno rispettati allo stesso modo. Il censimento, tra l’altro, è stato effettuato prima che venissero espunte alcune strutture –appunto le 414 “Cdc” i 96 ospedali e le 76 centrali– per via dei costi troppo elevati delle costruzioni ex novo. Veniamo ora per l’appunto alle centrali operative territoriali ed agli ospedali di comunità. Delle 77 centrali-Cot già operative per mettere in collegamento servizi territoriali ed ospedalieri, 36 sono in Lombardia. Per quanto riguarda gli ospedali di comunità, da realizzare entro il 2026, dei 76 attivi su 434 il Veneto ne ha realizzati 38, tre più dei 35 previsti, mentre 17 sono in Lombardia (su 66 previsti), e 5 su 27 previsti sono in Emilia-Romagna: eterogeneità dietro le quali, se guardiamo alle altre regioni, troviamo più che altro non misteri ma un deserto.

TAG: CASE COMUNITà, SANITà

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