vaccini
28 Aprile 2023 Sono 100 i vaccini in sviluppo da parte delle aziende farmaceutiche che operano in Ue. Il 2023 può essere un anno di svolta. Il Covid-19 ha consentito di capire - sempre di più - l'importanza di una società in salute. E in particolare di quanto sia necessario sviluppare una cultura della prevenzione
"Sono 100 i vaccini in sviluppo da parte delle aziende farmaceutiche che operano in Ue (fonte Vaccines Europe). Il 2023 può essere un anno di svolta. Il Covid-19 ha consentito di capire - sempre di più - l'importanza di una società in salute. E in particolare di quanto sia necessario sviluppare una cultura della prevenzione". Lo sottolinea il presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, nella Settimana internazionale ed europea delle vaccinazioni, ricordando come la ricerca avanzi anche in questo campo.
"Proprio per questo non possiamo abbassare la guardia - prosegue - e oggi serve un impegno congiunto per vaccinare milioni di persone che hanno saltato le vaccinazioni a causa della pandemia. Ma non solo: è opportuno anche ripristinare la copertura vaccinale essenziale, investire sull'assistenza sanitaria primaria e raggiungere una protezione duratura nei vari Paesi. In Italia possiamo fare ancora di più, usando le risorse disponibili per la prevenzione per garantire un'appropriata realizzazione del Piano nazionale prevenzione vaccinale. E implementando rapidamente l'anagrafe vaccinale, strumento prezioso per la pianificazione delle campagne vaccinali, la programmazione dei fabbisogni di vaccini, il monitoraggio e la raccolta dati sulle vaccinazioni effettuate".
Secondo la Federazione internazionale delle imprese farmaceutiche, ricorda Cattani, "oggi disponiamo di vaccini per prevenire oltre 30 malattie che salvano ogni anno 3,5-5 milioni di vite per patologie come la difterite, il tetano, la pertosse, l'influenza e il morbillo (fonte Oms). E proteggono in ogni fase dellavita: da piccoli, durante l'età lavorativa e nella vecchiaia. Tutelano i più fragili e le persone con malattie croniche. Lo studio Vaccine Economics Research for Sustainability & Equity dimostra che investendo 1 dollaro in alcune vaccinazioni il beneficio complessivo è di 54, considerando anche la produttività persa nel corso di una vita interrotta da una malattia prevenibile".
I vaccini servono proprio a "prevenire malattie infettive e alcuni tumori, favorire un invecchiamento in buona salute, combattere il fenomeno dell'antimicrobico-resistenza, contribuire alla sostenibilità dei Sistemi sanitari. Sono uno strumento indispensabile e fondamentale dal punto di vista della salute, ma anche da quello economico - rimarca - Non è lontano il ricordo della pandemia, che ha sconvolto le nostre vite. Siamo riusciti a ritornare presto alla normalità grazie ai vaccini, frutto di un'importante ed efficace partnership a livello mondiale tra Istituzioni, aziende, centri di ricerca e gli altri attori della salute".
Il presidente di Farmindustria ieri in una nota, ha anche ricordato come "la proposta della Commissione Ue di introdurre un nuovo strumento di licenza obbligatoria per usare un farmaco brevettato senza il consenso del titolare del brevetto in caso di emergenze, vanifica gli investimenti in ricerca e mette a rischio la salute dei cittadini in Europa". Questo il commento del presidente di Farmindustria, Marcello Cattani, che sottolinea come sia "la riprova ulteriore di un approccio ideologico e antindustriale, già presente nella riduzione prospettata della tutela della proprietà intellettuale, con la conseguenza certa e ineludibile dello spostamento degli investimenti in R&S verso i Paesi extra Ue".
"Non è questo che vogliamo come cittadini e imprese: la distruzione del patrimonio rappresentato dall'industria farmaceutica, la penalizzazione dell'occupazione e degli investimenti delle aziende e il ritardo nell'accesso a tutti i farmaci da parte dei pazienti dell'Ue. La deriva intrapresa dalla Commissione è pericolosa e rischia di arrecare un danno fatale alla filiera italiana ed europea e, come detto, ai cittadini", conclude Cattani.
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