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22 Marzo 2023 Uno dei tasselli strategici per portare la popolazione a vaccinarsi è il medico di famiglia che, con il farmacista, è efficiente e capillare. Tuttavia, come è emerso al webinar Edra “Cura e prevenzione Covid-19, orizzonte 2023”, nei picchi pandemici sui medici di medicina generale sono state scaricate incombenze soprattutto burocratiche
Uno dei tasselli strategici per portare la popolazione a vaccinarsi– ammesso che ci sia il vaccino come è stato in pandemia – è il medico di famiglia che, con il farmacista, è efficiente e capillare. Nel Lazio hanno fatto la loro parte 4600 studi di Mmg, ai quali va aggiunto ciò che può dare al loro fianco la farmacia. Tuttavia, come è emerso al webinar Edra “Cura e prevenzione Covid-19, orizzonte 2023”, nei picchi pandemici sui medici di medicina generale sono state scaricate incombenze soprattutto burocratiche.
All’estero ci sono figure non mediche che possono sobbarcarsele. In Francia, come ha ricordato all’incontro Americo Cicchetti dell’Alta Scuola Altems dell’Università Cattolica, c’è il secretaire medicale. A tre anni dall’inizio della pandemia appare indispensabile riflettere sui bisogni di personale nei modelli di cura e prevenzione del Covid. Per ottenere un paese più preparato, sottolinea Cicchetti, «occorre un modello di programmazione più basato sull’analisi dei fabbisogni dei cittadini e non sulla finanza pubblica, con un ruolo di programmazione condiviso tra Stato e Regioni. Lo Stato potrà occuparsi di leve strategiche come le terapie geniche e avanzate che hanno pochi utenti ma non confinabili alla dimensione della singola regione». Ma soprattutto il pilastro da tenere d’occhio è il personale. «In Italia non mancano i medici. Sono 4 ogni 1000 abitanti contro 3 della Francia. Ma Oltralpe si organizza diversamente il lavoro, si valorizzano altre professioni sanitarie. Il segretario medicale dei francesi solleva il medico del territorio da beghe amministrative. In Italia, servirebbe individuare competenze su figure sanitarie e segretariali; inoltre, nel servizio sanitario i medici e gli altri professionisti sono poco pagati e la qualità del lavoro è migliorabile, serve una revisione del contratto». Altre questioni: «Serve investire su un programma di Technology assessment dei dispositivi medici, ed aggiornare i Livelli essenziali di assistenza. Non si possono attendere 5 anni senza risposte dal governo».
Andrea Mandelli Presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti-Fofi ripercorre il cambio di pelle avvenuto nella sua professione durante la pandemia. «Nella legislatura trascorsa ho spinto sul mio ruolo di parlamentare per dare un contributo, proponendo emendamenti su tamponi, vaccini e pungidito così da riscrivere l’ordinamento rivisto nel 2005 e dotandola di ulteriori competenze sanitarie. In pandemia ci siamo messi in corsa in 50 mila farmacisti ampliando gli orari e frequentando il corso FOFI ISS per vaccinare cittadini. Oggi vorremmo investimenti sul personale per riprogettare la prossimità, e vorremmo che tutti i farmaci tornassero nella dispensazione medico di famiglia-farmacista. Nel ministro della Salute ho trovato sensibilità e gli ho rivolto la proposta di praticare il test PCR in farmacia per mettere un argine all’antibioticoresistenza ed all’abuso di antibiotici. Al Ministro ho anche chiesto con Fimmg di far sì che i pochi professionisti rimasti sul territorio siano messi in grado di non correre dietro alle scartoffie: la burocrazia è un problema e va arginata. Siamo sempre più impegnati a risolvere i tanti problemi dei cittadini e dobbiamo dedicarci alla professione integralmente». Anche Ugo Cappellacci Presidente della Commissione Affari Sociali Camera ha sottolineato la necessità che i farmaci in distribuzione diretta tornino in farmacia, «altrimenti il paziente deve andare in ospedale a procurarli e non per tutti i malati è semplice. Ma nel nodo personale c’è anche la questione delle aspettative dei professionisti sanitari e dei giovani medici in termini di qualità della vita». Infine, Mario Alberto Battaglia presidente Associazione Italiana Sclerosi Multipla in rappresentanza delle associazioni dei pazienti sottolinea la necessità di aiutare i fragili come priorità di fronte alle pandemie. «I decreti legge a partire dal 2020 hanno dato la chance di affrontare emergenza da tutti i punti di vista. Ci sono misure ancora vigenti, altre non sono state rinnovate. C’è la consapevolezza che in emergenza bisogna considerare la fragilità e le associazioni di medici e pazienti possono svolgere un ruolo importante nel far capire il valore vaccinazioni e sottolineare i bisogni. Nei mesi della pandemia c’è stato, ricorda Battaglia, anche chi non poteva vaccinarsi perché immunocompromesso: serve una puntuale informazione sulle diversità nell’ambito delle fragilità».
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