Formazione
04 Marzo 2024 Nel nostro Paese i medici e gli infermieri vengono formati poco o nulla all'umanizzazione delle cure. Eppure, numerosi studi hanno mostrato che cure più orientate alla persona possono fare la differenza nella vita di un paziente con il cancro. Per colmare questa lacuna il Collegio dei primari oncologi medici ospedalieri ha realizzato la scuola 'Humanities in Oncology'
Nel nostro Paese i medici e gli infermieri vengono formati poco o nulla all'umanizzazione delle cure. Eppure, numerosi studi hanno mostrato che cure più orientate alla persona possono fare la differenza nella vita di un paziente con il cancro. Per colmare questa lacuna il Collegio dei primari oncologi medici ospedalieri (Cipomo) ha realizzato la scuola 'Humanities in Oncology', prima in Italia e una delle prime in Europa, che mira a creare una connessione tra l'oncologia, le scienze umane applicate in medicina e la formazione alla comunicazione. Un programma articolato che partirà con un corso residenziale a Piacenza il primo marzo e proseguirà con altre iniziative distribuite sul territorio nazionale (corsi Fad, workshop tematici, corsi itineranti). Il progetto è stato lanciato nell'aula Benedetto XVI presso il Collegio Teutonico della Città del Vaticano.
Dopo la diagnosi, spiegano gli esperti, la maggioranza dei pazienti sviluppa ansia e depressione. Basterebbe aumentare gli interventi psico-sociali nei reparti di oncologia per ridurre significativamente il distress (lo stress negativo) dei pazienti. In Italia la maggioranza degli operatori sanitari non ha ricevuto formazione specifica per incrementare quelle competenze che consentono cure più umanizzate. Su una scala da 0 a 10, la formazione dei medici sulla comunicazione clinica o sulla relazione di aiuto arriva a un punteggio di 2,75, con ricadute negative maggiori su patologie complesse come il cancro.
"La nostra scuola punta a favorire quell'insieme di competenze comunicative relazionali e umane necessarie nella professione dell’oncologo", afferma Luisa Fioretto, presidente Cipomo, socio fondatore della scuola, direttore del Dipartimento oncologico dell'Azienda sanitaria Toscana Centro. "Sono competenze che restano spesso al di fuori dei normali percorsi formativi universitari e post-universitari. In un'ottica di formazione continua, la scuola potrà rappresentare uno spazio di crescita per tutti gli oncologi interessati a percorsi specialistici post-universitari nell’ambito della comunicazione e delle medical humanities".
"Quando la persona si confronta con una diagnosi di cancro umanizzare i suoi percorsi diagnostici terapeutici ed i suoi luoghi di assistenza - sottolinea Alberto Scanni, presidente emerito e socio fondatore della scuola Cipomo - assume carattere strategico, sia a favore del paziente riguardo la qualità delle cure ricevute e percepite, sia a favore dei sanitari riguardo all’esperienza professionale vissuta". E a vincere sono tutti. "Numerosi studi - rimarca - hanno mostrato che gli effetti di una comunicazione medico-paziente sono maggiormente di appoggio all'efficacia maggiore delle terapie e a un miglioramento della qualità della vita del paziente".
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