Medicina
05 Ottobre 2023 In sanità "è importante investire sul personale del Servizio sanitario nazionale e allocare le risorse per avviare finalmente quella riforma dell'assistenza territoriale che non può prescindere dalla valorizzazione dei medici di medicina generale". Lo ha detto il presidente della Fnomceo Filippo Anelli
In sanità "è importante investire sul personale del Servizio sanitario nazionale e allocare le risorse per avviare finalmente quella riforma dell'assistenza territoriale che non può prescindere dalla valorizzazione dei medici di medicina generale che fondano la loro attività sulla fiducia dei cittadini, che li scelgono, e sulla presenza capillare in ogni parte del paese". Lo ha detto il presidente della Fnomceo, la Federazione nazionale degli Ordini dei medici, Filippo Anelli, intervenendo all'81esimo Congresso nazionale Fimmg Metis, dal titolo 'Medicina generale tra mura e cura', in corso a Villasimius, Cagliari.
Sulle ipotesi di passaggio alla dipendenza dei medici di famiglia, tema 'caldo' per la Fimmg, decisamente contraria, Anelli ha sottolineato che si tratta di "una tentazione illusoria, non potenzia l'assistenza ma rischia di peggiorarla compromettendo rapporto di fiducia e capillarità".
"Il nostro Ssn è uno straordinario strumento di crescita economica - ha concluso Anelli - di progresso, di stabilità sociale del nostro Paese. Il 23 e 24 ottobre presso la pontificia università intitolata a san Tommaso d'Aquino celebreremo i 45 anni del Ssn e renderemo pubblico il rapporto realizzato da Fnomceo e Censis sul valore economico del Ssn. Senza il nostro Ssn saremmo un Paese più povero".
Il presidente Fnomceo ha sottolineato anche come a fronte delle grandi opportunità della medicina legate alla 'rivoluzione digitale' "serve un forte e grande Servizio sanitario nazionale perché queste possibilità non siano fruibili solo da chi può permetterselo". Come medici, aggiunge Anelli, "viviamo una stagione straordinaria fatta di grandi cambiamenti. La rivoluzione digitale cambierà il nostro modo di esercitare la nostra professione. Gli algoritmi e l'intelligenza artificiale saranno per noi strumenti per rendere la nostra attività ancora più efficace, mettendoci nella condizione di rappresentare per molti cittadini la speranza di una vita migliore. Per questo abbiamo bisogno di una nuova organizzazione del lavoro, basata sulla necessaria presenza delle altre professioni sanitarie in team con la medicina generale".
Ma abbiamo bisogno anche "di modificare la nostra formazione professionale per meglio gestire i big data e renderli utili soprattutto per garantire a tutti terapie personalizzate. La fisica quantistica e la genetica, ad esempio, ci consentiranno di conoscere l'esoma (la parte espressa del genoma) di ogni persona e di poter scegliere i farmaci migliori e utili per quella persona".
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