Intervista
28 Giugno 2024Gli obiettivi di Giuseppe Curigliano, Direttore sviluppo divisione nuovi farmaci e terapie innovative e condirettore programma nuovi farmaci IEO, eletto al vertice della European Society of Medical Oncology, società scientifica europea degli oncologi
Costruire una nuova generazione di oncologi - “clinical scientists”, con un buon background di ricerca di base e capaci di portare la loro esperienza traslazionale per rispondere ai principali bIsogni clinici del malato oncologico. È il primo obiettivo di Giuseppe Curigliano, Direttore sviluppo divisione nuovi farmaci e terapie innovative e condirettore programma nuovi farmaci IEO, eletto al vertice della European Society of Medical Oncology, società scientifica europea degli oncologi. L’approdo ai vertici ESMO avviene a poco più di tre anni dal varo, da parte della stessa, dell’European Beating Cancer Plan. Un documento stringente che affronta la presa in carico di tutti gli aspetti problematici della malattia: prevenzione primaria, screening precoce, diagnosi e trattamento, qualità di vita dei malati e dei sopravviventi. Per realizzare gli obiettivi di quel documento serve scommettere su nuove e più diffuse figure professionali. Proprio in un momento di carenza di medici specialisti, anche in oncologia. «Nelle scuole di specializzazione di radioterapia esemplifica Curigliano– pochissimi si sono iscritti in rapporto ai posti disponibili. Lo stesso ad Anatomia patologica e persino a Chirurgia. Servono programmi accademici per far capire importanza dei bisogni clinici. Entro il 2030 il cancro diventerà la patologia più rilevante in tutto il mondo. Bisogna investire nell’engagement dei medici». Curigliano sottolinea anche come servirà rapidità in futuro nell’incorporare tecnologie nella gestione clinica dei pazienti, e come l’intelligenza artificiale avrà un ruolo sempre più preponderante in radiologia ed anatomia patologica «Vorrei una società più moderna, capace di raccogliere le sfide ed aggiornata nell’offrire ai soci un approccio più confidente alle nuove tecnologie».
Docente di oncologia medica all’Università degli studi di Milano, Curigliano si sofferma sull’evoluzione nell’approccio al cancro: da tempo non si nominano più i tumori con il nome dell’organo ma a partire dalla mutazione cellulare correlata. Non siamo ancora ad una svolta, «in linea di massima le patologie restano curate sulla base dell’organo origine. Ma con alcune mutazioni molecolari driver ci può essere un approccio agnostico. Lavoriamo già con farmaci approvati con questo approccio (in prevalenza per il trattamento del cancro al polmone metastatico ndr)». Entrectinib per i tumori portatori di geni fusione NTRK, pembrolizumab per tumori con instabilità dei microsatelliti, il nuovo selpercatinib per i tumori portatori di gene di fusione RET sono alcuni esempi. «Al momento tale approccio resta valido per alcune nicchie di pazienti, percentuali inferiori all’1-5%. Tuttavia, una mentalità di approccio agnostico deve portare le nuove generazioni di oncologi a trattare il tumore anche come il risultato di una cancerogenesi multifasica relata ad accumularsi di alterazioni genomiche alcune delle quali preponderanti per la scelta del trattamento». La riconfigurazione dei modelli di cura legata alle nuove terapie, quindi, chiama l’oncologia «a creare un background culturale per far sì che tutti gli oncologi abbiano competenze nell’interpretare i report di sequenziamento genomico. Il Ministero della Salute ha approvato l’istituzione dei “molecular tumor board” regionali, importanti anche per favorire l’accesso dei pazienti ai test di sequenziamento che interpretano il tumore come risultato di un processo mutazionale». Da una parte, sottolinea Curigliano, «negli ultimi 5 anni sono stati trovati più farmaci che negli ultimi 50»; dall’altra, oggi i trial «sono caratterizzati da un processo di approvazione che impatta sia sul tempo di controllo della malattia sia sulla sopravvivenza assoluta. Noi siamo chiamati ad armonizzare questo processo e credo che iniziativa dell’Agenzia europea del farmaco EMA sull’Health Technology Assessment, che ci porterà ad approvare farmaci con più valore, sia sintonia con la linea ESMO, che misura il valore di un farmaco con il Magnitude of Clinical Benefit Score con attenzione al Progression free survival ed all’overall survival».
Per il dettaglio dell’intervista: https://www.youtube.com/watch?v=IGQOW2uHsOA
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