Intervista
21 Giugno 2024A Sanità33, Fabrizio D’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma e di recente nomina a presidente di Federsanità, delinea gli obiettivi del suo mandato soffermandosi sulla mission della ‘confederazione di federazioni’, che ha una storia trentennale
A Sanità33, Fabrizio D’Alba, direttore generale del Policlinico Umberto I di Roma e di recente nomina a presidente di Federsanità, delinea gli obiettivi del suo mandato soffermandosi sulla mission della ‘confederazione di federazioni’, che ha una storia trentennale.
“Con la legge 502 del 1992, per la prima volta si è parlato in modo importante di integrazione ha raccontato D’Alba Solo tre anni dopo è nata Federsanità, che metteva insieme due soggetti: le aziende sanitarie e gli Istituti Irccs, quindi i portatori di interesse in termini di erogazione sanitaria, e il mondo degli enti locali, che si sono trovati per la prima volta insieme a parlare di problemi e opportunità comuni, per sviluppare sinergie e progettualità con l’obiettivo di migliorare la qualità della salute dei cittadini attraverso l’implementazione di un sistema integrato socio-sanitario”.
Secondo D’alba è opportuno, dunque, “continuare ad andare in quella direzione, lavorando sul senso di comunità e implementando iniziative che siano anche su problemi di carattere generale, ma orientate rispetto a specifici bisogni. E viceversa, fare in modo che ciò che si sviluppa a livello locale possa essere messo a disposizione di altri sistemi regionali”. Per andare su questa strada, D’Alba sottolinea che è necessario collaborare e confrontarsi in modo attivo con i decisori, per portare un contributo fattivo di chi vive determinati contesti e conosce le necessità del territorio.
Il neopresidente di Federsanità prosegue evidenziando che l’Italia è “un paese ricco di risorse; persone con valori straordinari, alle quali va data l’opportunità di esprimersi”. In questo senso, “Federsanità, insieme ad Agenas, tiene vivo un osservatorio delle buone pratiche, ma c’è tanto da fare sul tema dell’integrazione e della medicina di prossimità, anche considerando la quota importante di persone che in Italia vive nelle are interne. Bisogna inventarsi dei modelli per far sì che i bisogni noti e non noti siano soddisfatti. Questa è la nostra sfida conclude D’Alba andare a cercare soluzioni nuove, contribuendo a definire dei modelli, ma anche favorendo un cambiamento di sistema”.
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