Intervista
18 Giugno 2024C’è un “timido primo approccio” nel processo di implementazione della farmacia dei servizi in Lazio, in stallo invece la dispensazione delle gliptine in convenzionata, ma le farmacie hanno notificato l’avvio della dispensazione in convenzionata a partire dal 1° luglio indipendentemente dall’esaurimento scorte del Lazio
C’è un “timido primo approccio” nel processo di implementazione della farmacia dei servizi in Lazio, in stallo invece la dispensazione delle gliptine in convenzionata, ma le farmacie hanno notificato l’avvio della dispensazione in convenzionata a partire dal 1° luglio indipendentemente dall’esaurimento scorte della Regione. “Destrutturante”, infine, la ricontrattazione della Dpc, sui cui la Regione comunicato che la remunerazione dovrà scendere con un taglio del 66% circa. A fare al punto sulla situazione delle farmacie in Lazio, in un’intervista a Sanità33, è Andrea Cicconetti, presidente di Federfarma Roma che nei giorni scorsi ha inviato ai propri associati una lettera in merito a queste tematiche, che rende conto dell’incontro del 13 giugno, con i tecnici della Regione.
Sull’avvio dei servizi in farmacia, la Regione ha posto la questione dei fondi e al momento sembra interessata all’avvio della telemedicina, ma come spiega anche la lettera, “tutto è legato alla DPC e all’atteggiamento della Regione che vorrebbe un taglio netto della distribuzione per conto per poi, come contropartita far partire tutte le altre attività”, con riferimento a servizi, dispensazione in convenzionata della gliptine e distribuzione dei sensori per l’auto misurazione della glicemia.
“La regione lazio non ha nessun’intenzione di portare le gliptine nel canale retail, nonostante il provvedimento del governo centrale. Lo stallo è assoluto, ma non è a norma come non è a norma che la Regioni continui a ordinare questi medicinali. Abbiamo chiesto di comunicarci una data di esaurimento scorte, che non ci è stata data quindi abbiamo notificato l’inizio della distribuzione in Ssn dal 1° a prescindere dall’esaurimento scorte”.
Altro passaggio di criticità è la pubblicazione della legge n. 9, lo scorso 5 giugno, “una legge capestro per le farmacie – prosegue Cicconetti – che prevede nella fase di ricontrattazione, l’adeguamento della Dpc con un tetto massimo che è la media aritmetica delle 4 regioni che hanno la Dpc più bassa”. Questo si traduce in un “taglio del 66% circa. Questo non è chiaramente sostenibile perché destruttura un sistema consolidato, in cui la Regione distribuisce moltissime molecole e pezzi, intorno ai 10 mila previsti per il 2024, circa una ventina di grossisti che agiscono sulla distribuzione circa 1750 farmacie h24 in cui il cittadino può andare a ritirare il farmaco. Con questi tagli non si può parlare di revisione ma di una destrutturazione e il timore è che tutto ricada sui cittadini che dovranno rivolgersi alle strutture pubbliche, ma i volumi sono importanti quindi andrà capito se hanno risorse per assorbire questa enorme massa di distribuzione”.
La legge regionale, sottolinea Cicconetti, “è stata fatta senza nessuna concertazione politica che noi contrasteremo in tutti modi”.
“Quando una regione propone questo tipo di tagli così lineari, senza contrattazione, che levano fondi a un sistema che funziona, la domanda è, se non sarà sostenibile, come già si intuisce dai numeri, chi distribuirà questi farmaci? In Lazio si parla di 9 milioni di pezzi all’anno, le farmacie ospedaliere ce la faranno? Se noi non accetteremo questa legge, il cittadino non potrà più andare sotto casa a prendere il farmaco ma nelle strutture pubbliche con orari e distanze ben diversi dalle farmacie di comunità”.
“Non è comprensibile che da una parte si parli di dare valore alla farmacia e alla farmacia dei servizi e dall’altra si prendano dei provvedimenti devastanti per il settore. Se la regione si comporta così con le farmacie, c’è da chiedersi se ci crede davvero alla farmacia dei servizi”
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