Intervista
17 Maggio 2024Francesco Di Raimondo, Docente Ordinario di Ematologia all’università degli Studi di Catania, intervistato da Sanità33, fa il punto sulle terapie per il mieloma multiplo e sui nuovi vuoti terapeutici
“Molte delle terapie per il mieloma multiplo che, fino a 5 anni si facevano nelle linee più avanzate, adesso vengono utilizzate nelle prime linee in quadrupla e triplice combinazione. Ciò fa sì che in quarta linea, si sia aperto un vuoto terapeutico”. Parla così, a Sanità33, Francesco Di Raimondo, Docente Ordinario di Ematologia all’università degli Studi di Catania, spiegando i nuovi standard di cura. La terapia del mieloma multiplo ha avuto una rapidissima evoluzione nell’ultimo decennio con l'ingresso di nuove terapie che hanno modificato sensibilmente l'approccio del clinico e anche il sequencing delle terapie stesse. “Adesso abbiamo l'imbarazzo della scelta nel cercare di capire qual è la strategia migliore grazie all’ingresso sul mercato di tanti nuovi farmaci”, spiega. “Quello che fa la differenza – sostiene Di Raimondo - è l'impiego di nuove immunoterapie”.
“Siamo partiti con i nuovi anticorpi monoclonali Anti cd38, poi abbiamo a disposizione i nuovi anticorpi farmaco-coniugati, cioè anticorpi che veicolano un farmaco o una tossina dentro la cellula neoplastica e, già in fase avanzata di sperimentazione, abbiamo gli anticorpi bi-specifici e le CarT. Ci sono – aggiunge - nuove molecole di immunoterapia, ci sono i nuovi IMiD cioè il nuovo peptide-farmaco-coniugato melflufen che ha una nuova formulazione di un vecchio farmaco alchilante”. Ecco che quindi il ventaglio di farmaci è molto ampio e fa sì che “il corretto impiego di questi farmaci permette di ottenere dei risultati molto profondi in termini di remissione della malattia e, con tutti questi nuove molecole e nuove modalità di azione, accertiamo la neoplasia da tanti lati e cerchiamo di agire su tanti meccanismi di azionali differenti perché il mieloma è una malattia che cerca di modificarsi e cerca di sfuggire agli effetti dei farmaci ma noi, agendo su più fronti, riusciamo a fronteggiare questa caratteristica del mieloma”, sostiene il professionista.
Nonostante ciò, “c’è un problema di vuoto terapeutico” perché “molti farmaci che hanno un'indicazione per la quarta o la terza linea vengono utilizzati in maniera più precoce e questo comporta che un paziente diventi refrattario a tre classi di farmaci già dalla prima linea. Per fortuna, prima l'Fda, poi l’Aifa, stanno cominciando a modificare queste definizioni e quindi possiamo avere dei farmaci che possono essere utilizzati anche alla prima o alla seconda ricaduta, aiutandoci, quindi, a traghettare questi pazienti a immunoterapie come, per esempio, le Car-T o gli anticorpi bi-specifici”.
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