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Governo e Parlamento

12 Settembre 2022

Tumori, Aiom: nei programmi elettorali manca l’oncologia. L’appello al Congresso Esmo

Nei programmi elettorali «manca l’oncologia». «Abbiamo letto solo vaghi accenni alla necessità di riprendere gli screening interrotti durante la pandemia, ma non vi è nessuna visione di sistema che ponga la prevenzione al centro della lotta contro il cancro... Chiediamo alle coalizioni di considerare questi temi fondamentali». È l’appello che arriva da Saverio Cinieri, Presidente nazionale AIOM in un press briefing al Congresso ESMO che si apre a Parigi


Tumori, Aiom: nei programmi elettorali manca l’oncologia. L’appello al Congresso Esmo

Nei programmi elettorali «manca l’oncologia». «Abbiamo letto solo vaghi accenni alla necessità di riprendere gli screening interrotti durante la pandemia, ma non vi è nessuna visione di sistema che ponga la prevenzione al centro della lotta contro il cancro, che deve includere anche la riduzione dei tempi di accesso ai farmaci innovativi e la maggiore diffusione dei test genomici. Chiediamo alle coalizioni di considerare questi temi fondamentali. Solo così potremo salvare più vite e garantire la sostenibilità del sistema sanitario». È l’appello che arriva da Saverio Cinieri, Presidente nazionale AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica) in un press briefing al Congresso della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), che si apre a Parigi. In Italia il costo annuale dei tumori ammonta ad oltre 19 miliardi di euro. In otto anni (2014-2021), nel nostro Paese, la spesa per i farmaci oncologici è passata da 2,3 a 4 miliardi di euro, con un incremento del 73%. A fronte di una costante crescita delle uscite per la cura del cancro, migliora sempre più la sopravvivenza a un quinquennio, attestandosi al 65% nelle donne e al 59% negli uomini. Un risultato ottenuto grazie alle campagne di prevenzione e alle terapie innovative che permettono in molti casi di cronicizzare la malattia o di ottenere la guarigione, con consistenti risparmi in altre voci di spesa (sanitaria e sociale). I vantaggi della prevenzione oncologica sono dimostrati, ma questa voce è quasi del tutto assente nei programmi elettorali delle principali coalizioni delle prossime elezioni politiche, denuncia l’associazione.

A causa della pandemia, gli screening per il tumore della mammella, della cervice uterina e del colon retto hanno registrato una forte riduzione. La manca di screening causa ovviamente la mancanza di diagnosi. Ogni anno in Italia sono 377.000 le nuove diagnosi di cancro. È dimostrato che il 40% dei casi e il 50% delle morti oncologiche possono essere evitati agendo su fattori di rischio prevenibili, in particolare sugli stili di vita. Ecco perché «serve un vero e proprio piano di recupero che parta dagli stili di vita sani: no al fumo, dieta corretta e attività fisica costante – spiega Giuseppe Curigliano, membro del Direttivo Nazionale AIOM, Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO -. L’esempio è rappresentato dal ‘Piano europeo di lotta contro il cancro’, approvato il 3 febbraio 2021 e articolato in dieci iniziative faro e molteplici azioni di sostegno. Per ognuna, sono individuati gli obiettivi, le risorse a disposizione e i tempi necessari». «Anche una dieta corretta e la regolare attività fisica possono ridurre fino al 30% il rischio di sviluppare la malattia – aggiunge Cinieri - Il movimento fisico esercita effetti preventivi e terapeutici e può essere paragonato a un farmaco che, opportunamente somministrato, previene gravi malattie come i tumori e ne impedisce lo sviluppo, garantendo considerevoli vantaggi ai cittadini e risparmi al sistema sanitario. È stimato che, in Italia, i fattori di rischio comportamentali e, quindi, modificabili siano responsabili ogni anno di circa 65mila decessi per cancro e il fumo di sigaretta presenta il maggior impatto con 43mila morti».

Oltre ad agire sui fattori di rischio prevedibili, per l’Aiom bisogna agire sui tempi di accesso alle cure. «Devono essere abbreviati i tempi di accesso alle nuove terapie – sottolinea Curigliano -. Il tempo che trascorre fra il deposito del dossier di autorizzazione e valutazione presso l’EMA (agenzia regolatoria europea) e l’effettiva disponibilità di un nuovo farmaco nella Regione italiana che per prima rende disponibile il trattamento è di circa due anni e questo lungo processo può penalizzare fortemente i malati. La sfida futura è arrivare a una prevenzione personalizzata di ogni persona sulla base dei rischi genetici e, quindi, non modificabili solo con gli stili di vita. Solo uno sviluppo di organizzazione, terapia e prevenzione personalizzata potrà offrire benefici tali da mantenere la sostenibilità del sistema sanitario, guarendo un numero sempre maggiore di pazienti». «L’oncologia di precisione oggi include armi efficaci come le terapie mirate e l’immunoncologia che consentono di allungare la sopravvivenza anche nella malattia metastatica, in alcuni casi cronicizzandola – conclude Curigliano -. Nell’oncologia di precisione rientrano anche i test genomici, che permettono di limitare il ricorso alla chemioterapia dopo l’intervento chirurgico nelle donne con tumore del seno in stadio precoce. Risale a luglio 2021 la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto attuativo ministeriale, che ha sbloccato i 20 milioni di euro del Fondo dedicato all’applicazione gratuita di queste analisi molecolari, che però non sono ancora utilizzate in modo uniforme sul territorio. Va superata la lunghezza degli iter burocratici a livello regionale, perché tutte le pazienti abbiano la possibilità di accedere ai test genomici».

TAG: GOVERNO E PARLAMENTO

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