Governo e Parlamento
06 Aprile 2023 La commissione Bilancio del Senato ha ha votato il mandato al relatore a riferire in Aula, dando quindi il via libera al decreto-legge sulla governance del Pnrr. Il provvedimento mercoledì prossimo inizierà l'esame in Aula per poi passare alla Camera. Il termine per la conversione in legge è fissato per il 25 aprile
La commissione Bilancio del Senato ha ha votato il mandato al relatore a riferire in Aula, dando quindi il via libera al decreto-legge sulla governance del Pnrr. Il provvedimento mercoledì prossimo inizierà l'esame in Aula per poi passare alla Camera. Il termine per la conversione in legge è fissato per il 25 aprile.
Il testo originale è di 59 articoli organizzati in tre parti: la prima (artt. 1-7) sulla Governance per il PNRR e il Piano nazionale investimenti complementari-PNC; la seconda (articoli 8-51) su disposizioni di accelerazione e snellimento delle procedure e di rafforzamento della capacità amministrativa; la terza (articoli 52-59) porta disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e di politica agricola comune. Tra le varie novità, si avviano forme nuove di monitoraggio delle riforme per la pubblica amministrazione, si dettaglia la figura dell'Inviato speciale per il cambiamento climatico, si prevedono 3 mila assunzioni nella Pubblica amministrazione, di cui 49 al Ministero della Salute. Adesso è il turno degli emendamenti. Tra le proposte inserite nel testo, ad esempio, è compreso il contributo una tantum di 40 milioni per garantire la sostenibilità degli adeguamenti tecnologici richiesti ai gestori di Spid per fornire il servizio di identità digitale.
Un secondo emendamento stabilizza per almeno 3 anni a tempo determinato i precari che hanno lavorato in Regioni, Province e Comuni. In sanità in fase di conversione avrebbe dovuto entrare la possibilità di reclutare nel Ssn professionisti sanitari e sociosanitari extracomunitari con titoli ancora non equiparati a quelli attribuiti in Unione Europea, ma la misura è poi entrata nel decreto-legge Bollette. Infine, si reingegnerizzano le procedure informatiche nella società Sose (Soluzioni per il sistema economico S.p.a), che elabora gli studi di settore, così da facilitare l’introduzione del concordato preventivo e lo sviluppo dell’adempimento collaborativo. La Commissione Europea sta monitorando sia l’iter di questo decreto-legge sia tutto il percorso di attuazione del Pnrr. Negli ultimi giorni i ritardi attuativi del Piano hanno generato tensioni tra maggioranza ed opposizione e nella maggioranza stessa. Il PNRR scade nel 2026 ma il 30 giugno abbiamo una tappa intermedia decisiva per la tranche europea. Alla semitappa di marzo l’Italia ha problemi a presentarsi in linea con i tempi previsti. Di recente, in tema di sanità e riforma dell’assistenza territoriale, la Corte dei Conti ha lamentato troppi lavori non solo interrotti nelle 21 regioni e province autonome ma neanche iniziati. La Commissione di Bruxelles è orientata a non concedere dilazioni al rispetto dei target ed obiettivi fissati dal nostro Paese. Il ministro delle Politiche Comunitarie Raffaele Fitto ha spiegato ai ministri che è necessario dire con chiarezza quali opere l’Italia non sarebbe in grado di realizzare alla scadenza di giugno 2026. Dopodiché il governo Meloni avrebbe due possibili opzioni negoziali: o dilazionare le scadenze dopo giugno 2026, data di fine applicazione del PNRR, ma l’UE insiste nel controbattere che si deve restare nei termini pattuiti, o mantenere la scadenza fissata rimodulando gli impegni contenuti nel Piano. In seno alla maggioranza, FDI vorrebbe riportare delle risorse dai progetti non realizzati a quelli realizzabili. L’Unione Europea ha concesso tutto aprile per una ricognizione sui lavori del Piano che riguardano ciascun ministero, entro fine mese in teoria potremmo sapere cosa si dovrà sfrondare delle opere promesse (anche ai cittadini) causa ritardi e burocrazia.
Il nuovo codice degli appalti, appena approvato, dovrebbe velocizzare la messa a terra di alcuni cantieri ma il Presidente dell’Agenzia Anticorruzione Giuseppe Busia ha osservato che alcune apparenti semplificazioni potrebbero favorire clientelismi specie nei piccoli comuni e a tale obiezione si sono sollevate critiche (e all’inizio richieste di dimissioni) soprattutto dalla Lega. Il PNRR è anche atteso alla prova della trasparenza delle operazioni – la società Openpolis che ne monitora l’andamento del Piano ha riscontrato problemi di accesso ai dati – e a quella dei contratti dei lavoratori che ne consentono la realizzazione: sotto quest’ultimo aspetto la Corte dei Conti ha ad esempio affermato che nell’attuale fase di ritardi e d’incertezza sui termini di adempimento avrebbe poco senso iniziare ad assumere personale a tempo determinato.
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