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02 Febbraio 2023

Investire in salute per il futuro del Ssn. Ecco cosa ne pensa la politica

Come si pone la politica italiana si pone di fronte alle scelte che riguardano il futuro del nostro Sistema Sanitario Nazionale?  È stato questo uno degli argomenti affrontati nel corso della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema “Investing for Life: la salute conta”. A rispondere sono stati chiamati esponenti del parlamento sia di maggioranza che di opposizione


Investire in salute per il futuro del Ssn. Ecco cosa ne pensa la politica

Come si pone la politica italiana si pone di fronte alle scelte che riguardano il futuro del nostro Sistema Sanitario Nazionale?  È stato questo uno degli argomenti affrontati nel corso della quinta edizione dell’Inventing for Life Health Summit, quest’anno dedicato al tema “Investing for Life: la salute conta”. A rispondere sono stati chiamati esponenti del parlamento sia di maggioranza che di opposizione, nel corso della tavola rotonda dal titolo: La sanità è ancora al centro della politica del nostro paese?

Per Elena Bonetti, membro della XII Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, “La sanità e il nostro sistema sanitario nazionale sono la priorità del Paese. Le emergenze nuove, determinate dal Covid, devono portare una risposta strutturale di pianificazione e di intervento – ha detto la Bonetti – Occorre tornare a pensare e pianificare seriamente la sanità italiana, perché il diritto alla salute chiede una risposta politica efficace”.
Anche per Ugo Cappellacci, presidente della XII Commissione Affari Sociali della Camera: “La tragedia della pandemia ha evidenziato i limiti del sistema sanitario e ha imposto il superamento di un approccio ragionieristico al tema del diritto alla salute”. “Le priorità – ha aggiunto – sono il reclutamento del personale sanitario e il miglioramento del trattamento personale e delle condizioni di lavoro”.
Vanessa Cattoi, membro della V commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione della Camera dei Deputati, ha invece sottolineato la necessità di creare un tavolo di lavoro interministeriale, coordinato dal Ministero della Salute e quello dell’Economia e delle Finanze, con la partecipazione dell’Aifa, pazienti e clinici, per far sì che quella che fino ad oggi è stata considerata una mera spesa sanitaria, con un cambio di paradigma, venga considerato un investimento. “Ho richiamato l’attenzione del Governo sul tema – ha detto la Cattoi – attraverso un ordine del giorno a mia firma, approvato nell’ambito dell’ultima manovra finanziaria”.
Per Beatrice Lorenzin, membro della V commissione bilancio del Senato: “È necessario mettere in sicurezza il sistema sanitario nazionale e investire sulla sanità. Per farlo basterebbero 5 o 6 miliardi. Fondi che poi in fase di legge di bilancio vengono tolti dalla programmazione perché utilizzati per fronteggiare le diverse emergenze”. La Lorenzin ha poi affrontato il tema dei farmaci innovativi. “L’Italia è il primo paese produttore di farmaci a livello europeo, ma anche globale – ha detto – L’80 per cento dei farmaci prodotti, vengono esportati. Siamo dentro un sistema tra i migliori al mondo, ma non sarà per sempre. Gli altri paesi stanno diventando più competitivi. Serve un piano per tenere insieme know how e politica della spesa, c’è bisogno di schemi nuovi da tirare fuori”.
A sottolineare la necessità di una nuova governance per la spesa farmaceutica, infine, è stata Nicoletta Luppi, presidente e amministratore delegato di MSD Italia, durante il suo intervento. “La nuova Legge di Bilancio non affronta le più importanti criticità del settore farmaceutico: un settore che ha dimostrato responsabilità in tutto il periodo della pandemia e che oggi evidenzia alcune criticità, tra le quali una nuova governance per la spesa farmaceutica”, ha detto la presidente di MSD Italia. Per la Luppi il mantenimento di una governance della spesa farmaceutica pubblica attraverso un sistema di tetti e il meccanismo del payback è contrario ad una visione olistica della salute e della sanità che, mantenendo silos separati, non tiene conto dei vantaggi di sistema e dei risparmi che il bene farmaco è in grado di produrre.

Francesca Malandrucco

TAG: SANITà GOVERNO

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