Governo e Parlamento
23 Dicembre 2022 A fine 2020, si parlava di “piano Marshall”. Poi con il passare dei mesi i 200 miliardi di prestiti e risorse a fondo perduto messi a disposizione dal Recovery Fund dell’Unione Europea per riforme strutturali in 6 settori sono apparsi meno risolutivi. Oggi il governo Meloni parla di ridiscutere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza
A fine 2020, si parlava di “piano Marshall”. Poi con il passare dei mesi i 200 miliardi di prestiti e risorse a fondo perduto messi a disposizione dal Recovery Fund dell’Unione Europea per riforme strutturali in 6 settori sono apparsi meno risolutivi. Oggi il governo Meloni parla di ridiscutere il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza varato dal Governo Draghi, indirizzando su temi energetici alcuni dei fondi che siamo ormai convinti di non poter spendere. Peccato che più di noi l’Unione Europea creda nella capacità dell’Italia di realizzare target e riforme previste nel PNRR tanto che ci ha pagato quest’anno prima e seconda tranche e a gennaio dovrebbe pronunciarsi sulla terza.
Ma alla fine di quest’anno in assoluto l’Italia quanti e quali obiettivi può dire di aver raggiunto e quali no? Un articolo a prima firma di Carlo Altomonte dello SDA Bocconi ricorda che il piano, soggetto a verifiche semestrali dell’Unione Europea. prevede un totale di 527 risultati da raggiungere da qui al 2026, di cui 213 traguardi e 314 obiettivi. Chiamiamoli per una volta con il nome inglese: target e milestone. I target sono verificati con indicatori quantitativi (per esempio, numero di imprese raggiunte dai fondi) mentre i milestone si identificano con l’approvazione di atti normativi o amministrativi facilitatori, in pratica sono riforme necessarie per “mettere a terra” gli investimenti. L’articolo ricorda che ad oggi «risultano assegnati tramite procedura competitiva ai cosiddetti «soggetti attuatori» (Ministeri, enti locali o aziende statali) circa 100 miliardi di euro, e le prime due valutazioni della CE sul rispetto delle tempistiche dei traguardi e degli obiettivi (dicembre 2021 e giugno 2022) sono state positive». Ma stiamo accumulando ritardi nel passaggio dall’allocazione dei fondi ai soggetti attuatori. Per il 2022, “a fronte di circa 29,4 miliardi che avremmo dovuto spendere, dovremmo riuscire a spenderne circa 15”. Il PNRR Lab di SDA Bocconi, “analizzando i dati disponibili (OpenCUP, il portale del Dipartimento di Programmazione Economica di Palazzo Chigi), osserva che le province di Centro e Sud ottengono tendenzialmente più fondi pro capite rispetto a quelle del Nord, con Benevento (5,5 mila euro pro capite) e Rieti (4,5) in testa (…) Comparando i fondi stanziati con indici di qualità delle istituzioni, le regioni del Mezzogiorno ricevono in media più fondi, ma al loro interno sono le province con qualità istituzionale relativamente più alta ad attrarre più risorse. Diventa quindi di primaria importanza monitorare non solo l’allocazione dei fondi, ma anche il loro effettivo impatto nei territori”.
E nella Missione 6 Salute quali milestone e target sono stati raggiunti? Il ministero della Salute nel suo portale afferma che per il 2021 sono state raggiunte tutte e 10 le milestone e il target richiesto. Il 2022 sarebbe attuato all’80%. Delle 20 riforme da raggiungere entro dicembre 2022, al momento ne rimangono 4. Due sono obiettivi Ue pesanti: il primo è il Decreto legislativo di riforma degli Irccs, che introduce standard internazionali per riconoscere o confermare il carattere scientifico di questi istituti, e individuarne i bacini minimi di riferimento, e che è quasi al traguardo. Il secondo è l’aggiudicazione di tutti gli appalti pubblici per digitalizzare gli ospedali. Va inoltre pubblicato il decreto annuale del Governo che assegna alle Regioni le risorse per finanziare le borse dei medici di famiglia del triennio 2022-25 e va pubblicata la procedura di selezione biennale per l'assegnazione di voucher per progetti di ambito informatici (Proof of Concept), su tumori e malattie rare e su interventi ad alto impatto sulla salute. Tra i 10 target da raggiungere entro fine anno ci mancano l’avvio della gara per l'interconnessione aziendale sul territorio e l’assegnazione dei progetti per implementare le 600 Centrali Operative Territoriali-Cot. Infine, a fronte di 262 milioni di euro di finanziamenti per la ricerca sanitaria messi a disposizione dal ministero della Salute con l’avviso PNRR del 20 aprile scorso, sono 226 i progetti di ricerca biomedica ammessi: 139 sono le proposte relative alle malattie croniche, 50 sulle malattie rare e 37 proof of concept.
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