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09 Luglio 2024

Pnrr, tra ospedali e case di comunità ecco come cambierà il Ssn

La presenza dei medici di famiglia nelle case di comunità e negli ospedali di comunità è un passaggio indispensabile. È la linea documentata in un’intervista concessa ad ADNKronos Salute da Alessio Nardini, Direttore generale unità di missione PNRR del dicastero guidato da Orazio Schillaci


Pnrr, tra ospedali e case di comunità ecco come cambierà il Ssn

La presenza dei medici di famiglia nelle case di comunità e negli ospedali di comunità è un passaggio indispensabile. E le nuove convenzioni sono state scritte in modo da attivare quel passaggio. È la linea documentata del governo e in particolare del Ministero della Salute, in un’intervista concessa ad ADNKronos Salute da Alessio Nardini, Direttore generale unità di missione PNRR del dicastero guidato da Orazio Schillaci. Che testimonia come siano state gettate le basi per strutturare il contributo di medici di famiglia e pediatri previsto nella legge Balduzzi di 12 anni fa. L’intervista giunge in parallelo all’annuncio che l’Italia è in linea con i tempi di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza nel realizzare Centrali operative territoriali (“Cot”) nonché Case ed ospedali di comunità. A Palazzo Chigi trapela soddisfazione dalla Cabina di regia del Piano presieduta dal Ministro per gli Affari europei Raffaele Fitto. Con la conferenza delle Regioni e quella dei Comuni (Anci), è stata verificata l’attuazione dei 69 obiettivi della settima rata del Piano, pari a 18,2 miliardi di euro. La Commissione europea ha intanto approvato il pagamento della quinta rata, pari a 11 miliardi di euro, e l’Italia ha chiesto anche la sesta, tra i primi paesi comunitari nell’attestare gli obiettivi raggiunti (oltre che prima negli importi ricevuti). In sanità si conferma l’attivazione delle 480 “Cot” il cui stato di attuazione fino a qualche mese fa destava preoccupazioni. Il Parlamento ha inoltre approvato il disegno di legge che converte il DL 60 che coordina le mosse di governo e regioni sulle politiche di coesione e sviluppo.

Le Cot Ma soffermiamoci sulla nuova offerta territoriale partendo dalle “Cot” e dall’intervista di Nardini. Che comunica come sul territorio siano avviati i lavori e/o in corso le forniture per 1.104 interventi: di questi, 500 sono riferiti a progetti di “Cot”, 468 a Case di comunità e 136 ad Ospedali di comunità. Ad oggi sono 16 le Case e 5 gli ospedali di comunità collaudati, ma per queste novità la scadenza è giugno del 2026. Le “Cot” invece devono arrivare ora. E a tutto giugno ne risultavano collaudate 359 rispetto al target di 480 da porre in funzione entro dicembre. La “Cot”, ricorda Nardini, è chiamata al “coordinamento della presa in carico della persona tra i servizi e i professionisti sanitari”, ed al “coordinamento degli interventi in collaborazione con soggetti e risorse della rete assistenziale”: traccerà e monitorerà le transizioni da un luogo di cura all'altro o da un livello clinico assistenziale all'altro, gestendo anche l’offerta di telemedicina e monitorando i percorsi di presa in carico dei pazienti dall’assistenza domiciliare al ricovero in ospedale o in residenziale. «La Cot si occuperà nel concreto di intervenire coordinando tutti gli attori del sistema, sia personale di distretto sia ospedaliero, nonché di gestire i rapporti con la rete di emergenza/urgenza. In questo contesto, gli operatori (un Coordinatore infermieristico; 3-5 Infermieri; 1-2 unità di Personale di supporto secondo decreto ministeriale 77/2022) gestiranno il percorso riferito al paziente, avendo a disposizione la possibilità anche di monitorarne i dati di salute e ingressi e dimissioni da un setting assistenziale all'altro».

I medici in Casa di comunità E veniamo al personale da reclutare per Case ed Ospedali entro il 2026. Nardini ricorda innanzi tutto due cose. Primo: la legge di bilancio 2024 ha previsto stanziamenti per 250 milioni di euro per il 2025 e 350 per il 2026. Secondo: il decreto legge liste d'attesa allenta il tetto di spesa alle Regioni per assumere personale e lo abolisce dal 2025. Ma il cuore dell’operazione è rappresentato dall’avvenuto allineamento al DM 77 delle convenzioni di medici di famiglia e pediatri, attuative del ruolo unico dell’assistenza primaria. In particolare, l'Accordo nazionale dell'8 febbraio 2014, in continuità con il precedente, prevede agli articoli 6, 8 e 9 l'adesione obbligatoria dei mmg all'assetto organizzativo definito dalla Regione, il superamento di tutte le forme organizzative esistenti e la loro sostituzione con le Aggregazioni funzionali territoriali operative-Aft per l'intero arco della giornata e per 7 giorni su 7, e con le Unità complesse di cure primarie-Uccp. Prevede inoltre «l'adesione obbligatoria dei mmg al sistema informativo (rete informatica e flussi informativi) di ciascuna Regione e al sistema informativo Nazionale (Nsis, Ts, Fse), quali condizioni irrinunciabili per l'accesso e il mantenimento della convenzione, pena la decadenza». Inoltre, «l'articolo 9 dell’accordo ha stabilito la coincidenza tra Uccp e la Casa della comunità in cui la forma organizzativa multi-professionale opera in forma integrata e sono poi state declinate le sedi in cui si articolano le strutture territoriali che possono essere quelle di riferimento 'hub' o altre 'spoke'. Tra le sedi spoke si richiamano anche le eventuali sedi di riferimento delle Aft». Tale passaggio ora «consente di attuare gli investimenti programmati con il Pnrr nella disciplina di regolamentazione del rapporto di lavoro, riallineando l'organizzazione dell'assistenza territoriale con le strutture in cui sarà erogata». La convenzione è inoltre cambiata, ricorda Nardini, su istituti come rapporto ottimale, individuazione delle carenze, procedure di accesso e affidamento degli incarichi a tempo determinato. Dal 1° gennaio 2025, "in base all'articolo 38, l'incarico di medico del ruolo unico di assistenza primaria è conferito in una sola azienda e comporta lo svolgimento di attività a ciclo di scelta e attività oraria pari a 38 ore settimanali, con progressiva riduzione dell'attività oraria rispetto all'aumento delle scelte in carico fino al massimale di 1.500 assistiti». 

TAG: PNRR

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