sanità
02 Aprile 2024Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al decreto con la proroga al 1° gennaio 2025 per l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario per specialistica ambulatoriale e protesica. La proroga, si legge nel testo, si è resa necessaria a fronte dell’espressa richiesta di un cospicuo numero di Regioni
Via libera dalla Conferenza Stato-Regioni al decreto con la proroga al 1° gennaio 2025 per l’entrata in vigore del nuovo nomenclatore tariffario per specialistica ambulatoriale e protesica. La proroga, si legge nel testo, si è resa necessaria “a fronte dell’espressa richiesta di un cospicuo numero di Regioni”. È la boccata d'ossigeno che auspicavano i laboratori e i centri di analisi privati accreditati rispetto alla scadenza del primo aprile, in realtà frutto già di una proroga, denunciando il rischio di un taglio al ribasso dei rimborsi. L’obiettivo sarà quindi quello “di valutare una più ampia revisione delle medesime tariffe, assicurando nel contempo una graduale transizione al nuovo tariffario”.
''Il rinvio dell'entrata in vigore dei nuovi tariffari non comporta alcun ritardo per l'avvio degli screening neonatali per malattie come la Sma”, assicura il direttore generale della programmazione sanitaria del ministero della Salute, Americo Cicchetti. “Il provvedimento è, infatti, isorisorse, ovvero non prevede maggiori oneri per lo Stato. Dalla legge di bilancio 2019 sono state incrementate le risorse alle Regioni destinate agli screening neonatali. Alcune Regioni li hanno avviati da tempo, altre invece no ed è importante che garantiscano questo servizio. Il ministero della Salute è al fianco dei pazienti e pronto a supportare quelle Regioni che ancora oggi non hanno avviato gli screening pur esistendo la copertura finanziaria'', spiega Cicchetti.
Se il Ddl Semplificazioni si avvicina i servizi ai cittadini e aumenta di fatto l’efficienza del Servizio sanitario nazionale, con la proroga al 1° gennaio 2025 del Decreto Tariffe e con esso dei Livelli essenziali delle prestazioni del 2017, si va nella direzione opposta: “quella, cioè, di limitare l’accesso alle prestazioni attraverso la nuova proroga all’applicazione del decreto tariffe dei LEA, stavolta al gennaio 2025”, dichiara Cittadinanzattiva in una nota. “La soluzione alternativa da noi richiesta sul tema, nell’ottica di colmare gli squilibri dal punto di vista delle tariffe rimborsate alle strutture sanitarie senza penalizzare il diritto alla salute dei cittadini, non è stata trovata”, dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva. “A pagare il conto – aggiunge - saranno, quindi, ancora una volta, i cittadini che non potranno accedere alle prestazioni, anche innovative, previste dai Lea del 2017 o potranno farlo soltanto in alcune aree del Paese, laddove i conti delle regioni lo permettono. Come Cittadinanzattiva terremo alta l’attenzione ed avvieremo tutte le azioni necessarie per seguire e stimolare Regioni e Governo affinché diano la giusta priorità ai Lea e lavorino affinché i diritti siano garantiti nei termini stabiliti e sia presto ampliato l'accesso ad ulteriori prestazioni per tutti i cittadini".
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