sanità
14 Settembre 2023 “È un evento sicuramente importante e di alto livello scientifico e, tra l’altro, si tratta di un tema particolarmente caro a questo governo e, cioè, quello della denatalità”. Lo sottolinea ai microfoni di Sanità33 il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine del convegno 'Natalità: work in progress', promosso dalla Sigo
“È un evento sicuramente importante e di alto livello scientifico e, tra l’altro, si tratta di un tema particolarmente caro a questo governo e, cioè, quello della denatalità”. Lo sottolinea ai microfoni di Sanità33 il ministro della Salute Orazio Schillaci a margine del convegno 'Natalità: work in progress', promosso dalla Società italiana di ginecologia e ostetricia.
"Da diversi anni l'Italia vive un inverno demografico che ha raggiunto il suo culmine, come confermano gli ultimi dati forniti dall'Istat, nel 2022, quando per la prima volta dall'Unità d'Italia i nati sono stati meno di 400mila” ha evidenziato il ministro nel suo intervento. “Dinanzi a queste cifre allarmanti non siamo rimasti a guardare. Oggi il contrasto al calo delle nascite è tornato ad essere una priorità, lo è per questo Governo al fine di invertire la rotta. Certo, quella che abbiamo davanti non è una sfida facile, perché all'origine del fenomeno delle culle vuote vi sono una pluralità di fattori - economici, culturali e sociali - che necessitano di tempo per essere modificati".
"C'è però un aspetto sanitario sul quale occorre intervenire nell'immediato - ha sottolineato il ministro - e riguarda la tutela della salute riproduttiva, soprattutto se consideriamo che attualmente sempre più coppie programmano di avere un figlio dopo i 35 anni, quando le possibilità di una gravidanza iniziano a diminuire. Un innalzamento dell'età che rende ancora più necessario un ruolo centrale e propulsivo del ministero della Salute. E per questo, dopo anni di attenzione limitata, siamo impegnati a programmare un'attività di sensibilizzazione e di conoscenza sui fattori di rischio che possono incidere sulla salute riproduttiva, quali le malattie sessualmente trasmissibili e gli stili di vita scorretti".
"Forse - ha osservato Schillaci - per troppo tempo si è dato per scontato che i nostri giovani avessero piena consapevolezza che la salute riproduttiva va salvaguardata nel corso degli anni, attraverso l'adozione di stili di vita sani o sottoponendosi a screening di routine. Una consapevolezza che difficilmente si può acquisire in assenza di campagne di informazione e di una attenta attività di alfabetizzazione sanitaria".
"Pochi mesi fa abbiamo istituito presso il ministero della Salute un tavolo tecnico incaricato di approfondire le tematiche riguardanti gli stili di vita per proteggere la salute riproduttiva. Riteniamo infatti necessario un impegno maggiore nella educazione e formazione dei giovani in tale campo, sia utilizzando strategie di avvicinamento tradizionali, incontri nelle scuole, sia sfruttando le possibilità offerte dai media" ha aggiunto Schillaci.
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