Medicina
12 Settembre 2023 Da agosto i pazienti Covid positivi non solo possono uscire di casa anche senza tampone ma devono andare al lavoro: se volessero i giorni di malattia, anche per evitare di contagiare i colleghi, il medico non può darglieli. L’allarme lo ha lanciato la Fimmg con il segretario: Silvestro Scotti paventa un potenziale problema di salute pubblica. Gli fa eco la Fnomceo, con il presidente Filippo Anelli
Da agosto i pazienti Covid positivi non solo possono uscire di casa anche senza tampone ma devono andare al lavoro: se volessero i giorni di malattia, anche per evitare di contagiare i colleghi, il medico non può darglieli perché non sono “inabili”. L’allarme sulle previsioni del decreto-legge del 10 agosto scorso lo ha lanciato la Fimmg con il segretario: Silvestro Scotti paventa un potenziale problema di salute pubblica. Gli fa eco la Fnomceo, con il presidente Filippo Anelli audito alla Camera sul decreto. Per il presidente degli ordini, su questo tema, il governo farebbe bene a sentire i medici di famiglia e i medici del lavoro.
È vero che l’epidemia pare sorretta da varianti che non sembrano rischiose per la salute pubblica e che “l’attuale quadro epidemiologico, unito alla disponibilità di vaccini e di farmaci, non rende al momento necessario l’obbligo di isolamento”. Ma il Ministro dovrebbe intervenire in caso di morbilità e mortalità in aumento e ripristinare la comunicazione quotidiana dei dati dalle Regioni all’Istituto Superiore di Sanità e al Ministero stesso. E non solo: è anche necessario chiarire al più presto se i certificati di malattia Inps non si possano fare ai pazienti asintomatici. «Va chiarito come va valutata la semplice positività ai fini dell’assenza sul lavoro. Sarebbe opportuno sentire le rappresentanze dei medici di medicina generale e dei medici competenti». Andrebbe valutata la possibilità di raccomandare anche a pazienti senza sintomi (“con sintomi e non”, letterale) «l’esecuzione di un test in strutture accreditate». Inoltre, in ospedale e nelle residenze sanitarie e sociosanitarie «sarebbe opportuno adottare delle procedure chiare sull’isolamento dei pazienti positivi e sulla opportunità di far lavorare gli operatori sanitari risultati positivi al Covid».
Anelli non si dice comunque contrario al diradamento dei monitoraggi Covid, o all’allentamento delle misure di isolamento dei positivi e di autosorveglianza dei casi sospetti previste all’articolo 8 del decreto. Per lui è “norma di buon senso, ha fatto venire meno restrizioni legate a un’emergenza sanitaria oramai superata”. Il presidente Fnomceo inoltre dà atto al Ministro di aver dato prova di responsabilità con la recente circolare (8 settembre) che vieta ai parenti sintomatici degli anziani ricoverati Rsa di accedere alle strutture e impone il tampone sia all’anziano che entra in una struttura sia a chiunque, paziente, entri in pronto soccorso con sintomi respiratori.
Oltre a monitorare l’andamento del virus, il Ministro è invitato a porre attenzione alla nuova campagna vaccinale rivolta ai più fragili ed agli anziani. «Possediamo una piattaforma che ci permette di realizzare nuovi vaccini sempre aggiornati, efficaci e in tempi ridotti. Per i soggetti fragili servirebbero modelli ad hoc di offerta delle vaccinazioni, disegnati per ciascuna tipologia di paziente, in modo da promuovere un’adesione attiva e consapevole. In assenza di obbligo vaccinale diventa importante anche convincere la popolazione ad adottare regole igieniche volte a limitare la diffusione del contagio». Essendo ormai affidate alla responsabilità individuale decisioni come l’autoisolamento o l’uso della mascherina, servirebbe «una campagna di comunicazione che aumenti l’empowerment dei cittadini».
Prioritario ad ogni cosa, se si vogliono evitare od arginare nuove emergenze, è finanziare il Servizio sanitario nazionale. «Sostenendo la proposta del Ministro Schillaci, noi pensiamo che 4 miliardi per la sanità siano un obiettivo perseguibile». Le risorse andrebbero per lo più a sostenere il personale, «quelle professioni sanitarie che rendono possibile l’esigibilità del diritto alla salute» e che durante il Covid nel Paese si sono rivelate «elemento di coesione non solo sanitaria ma anche sociale. Investire nel SSN oggi ci sembra il richiamo più importante che vorremmo rivolgere alla politica, al fine di fronteggiare i problemi sempre più dilaganti della carenza di personale medico, (…) dei pazienti che molto spesso si ritrovano senza medici di famiglia, e delle liste di attesa».
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