Governo e Parlamento
05 Settembre 2023 Dare al settore sanitario uno o due miliardi “sarebbe un errore gravissimo”. “Serve un piano pluriennale di forte finanziamento della nostra sanità”. L’ex ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista all’Huffington Post, esprime la propria preoccupazione per i pochi fondi che verranno, probabilmente, destinati al comparto sanitario
Dare al settore sanitario uno o due miliardi “sarebbe un errore gravissimo”. “Serve un piano pluriennale di forte finanziamento della nostra sanità”. L’ex ministro della Salute Roberto Speranza, in un’intervista all’Huffington Post, esprime la propria preoccupazione per i pochi fondi che verranno, probabilmente, destinati al comparto sanitario e condivide, invece, la richiesta di un incremento di 4 miliardi dell’attuale ministro della Salute Orazio Schillaci. “La sua è una preoccupazione sul futuro che condivido. Per questo esprimo l’auspicio che la sua richiesta venga accolta dal Consiglio dei ministri. Tutte le forze politiche dovrebbero lavorare per rafforzare la sanità, per questo la richiesta di Schillaci va nella direzione giusta”, dichiara.
Speranza spiega come durante il suo mandato fosse “riuscito a portare la spesa sanitaria sopra il 7% in rapporto al Pil. E già dalla scorsa manovra il governo Meloni è tornato sotto quella vitale asticella. Così non si regge. È chiaro che la vicenda del Covid ha reso immediatamente più chiaro all’opinione pubblica il problema, e spinto i governi a mettere più fondi. Chiusa questa fase temo che la sanità possa tornare a essere la cenerentola del sistema. Questo è inaccettabile e significherebbe cancellare la lezione degli ultimi anni”. Speranza si dice preoccupato perché “sento dire che i pochi soldi disponibili andranno in altre direzioni. Se le voci fossero vere sarebbe un problema enorme”. “Le risorse per la sanità sono molto urgenti, non importa da che lato vengono”, sostiene.
In merito alle recenti dichiarazioni di Giorgetti sul fatto che “il governo non può finanziare tutto e dovrà fare delle scelte”, Speranza si dice d’accordo, ma proprio per questo “la domanda è se il governo metterà al centro la sanità o meno, perché i soldi che chiede Schillaci servono come il pane, o alla lunga rischiamo di compromettere l’universalità dell’assistenza sanitaria”, precisa. “In un Paese come l’Italia in cui già i livelli di assistenza sono molto diversi tra i territori, quel progetto può diventare il colpo di grazia definitivo sulle regioni più deboli, non vi è alcun dubbio”. “Noi abbiamo costruito il Pnrr puntando molto sull’assistenza territoriale, dalle cure domiciliari alle case e agli ospedali di comunità, perché questo occorre più di tutto oggi, come ci ha insegnato la lezione del Covid. Ora sento che si mettono in discussione quegli investimenti. Sarebbe un errore”, aggiunge Speranza.
Per partire, si potrebbe chiedere “che non si vada mai sotto al 7% della spesa sul Pil. Oggi c’è ancora un tetto di spesa per il personale sanitario. Noi lo abbiamo scalfito e alzato, ma ancora purtroppo permane. Questo potrebbe essere un altro punto. Vedo in tutte le opposizioni una sensibilità comune che rende possibile una proposta seria e strutturata. Sarebbe un’occasione importante per mettere al centro un tema decisivo per il futuro dell’Italia”, conclude l’ex ministro della Salute.
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