Medicina
02 Agosto 2023 Gli italiani sfuggono agli screening oncologici. Secondo gli ultimi dati, fra le donne poco più della meta si sottopone a mammografia contro il cancro del seno e solo 4 su 10 fanno regolarmente il Pap test o l'Hpv test per la prevenzione del tumore al collo dell'utero
Gli italiani sfuggono agli screening oncologici. Secondo gli ultimi dati, fra le donne poco più della meta (56%) si sottopone a mammografia contro il cancro del seno e solo 4 su 10 fanno regolarmente il Pap test o l'Hpv test per la prevenzione del tumore al collo dell'utero. Va ancora peggio per lo screening contro il cancro al colon-retto, con appena il 38% degli uomini e delle donne over 50 che esegue l'esame con cui si cercano eventuali tracce di sangue occulto nelle feci. I numeri sono stati ricordati durante una seduta dell'Intergruppo parlamentare 'Oncologia: Prevenzione, Ricerca e Innovazione', durante la quale è stato audito monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontificia Accademia per la Vita, che ha evidenziato l'importanza di valorizzare anche a livello normativo la prevenzione anti-cancro rivolta alla popolazione anziana.
"La prevenzione oncologica è fondamentale - ha rimarcato monsignor Paglia, secondo quanto riporta una nota sulla seduta dell'Intergruppo parlamentare - anche perché in Italia vi è una popolazione over 65 anni in crescita. Deve essere emanata a breve una nuova legge per la riorganizzazione dell'assistenza, cura e presa in carico degli anziani. Il ministero della Salute e Palazzo Chigi sono ora chiamati a descrivere i disegni di legge attuativi che dovranno tenere conto anche della prevenzione oncologica. Ci sono poi altri aspetti importanti da considerare - ha aggiunto - come, per esempio, la malnutrizione degli anziani. È un problema sottovalutato, ma che determina spese sanitarie e gravi conseguenze anche per la salute degli over 65. È doveroso che quello che studia e poi propone la comunità scientifica ritorni sul piano legislativo sociale e sanitario. Il tutto deve essere poi accolto e messo in pratica dalle Regioni".
"I dati sugli screening sono in leggero miglioramento rispetto a quelli registrati dopo le prime fasi della pandemia di Covid-19 - ha sottolineato Saverio Cinieri, presidente nazionale dell'Associazione italiana di oncologia medica (Aiom) -, Ciò nonostante, il numero degli esami svolti va implementato quanto prima e per farlo non è sufficiente solo una migliore organizzazione dei vari programmi di screening. C'è bisogno di maggiore consapevolezza da parte di tutti cittadini", ha precisato l'oncologo. "I bassi tassi d'adesione riguardano tutta la Penisola, seppur con delle differenze territoriali- ha osservato Tilde Minasi, presidente dell'Intergruppo - In alcune Regioni del Sud si registrano i dati peggiori ed è proprio in quei territori che la prevenzione secondaria del cancro va maggiormente potenziata. Ringraziamo la Pontificia Accademia per la Vita per il sostegno che potrà dare a queste nostre nuove iniziative".
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