Europa
04 Luglio 2023 Per dialogare con la Pubblica Amministrazione è meglio la Carta d’identità digitale con chip e lettore o SPID con username, password e numero d’ordine ricevuto sul telefonino? È il rebus cui aveva dato vita 6 mesi fa il sottosegretario all’Economia Alessio Butti, che tra i due sistemi di autenticazione preferiva la CIE
Per dialogare con la Pubblica Amministrazione è meglio la Carta d’identità digitale con chip e lettore o SPID con username, password e numero d’ordine ricevuto sul telefonino? È il rebus cui aveva dato vita 6 mesi fa il sottosegretario all’Economia Alessio Butti, che tra i due sistemi di autenticazione preferiva la CIE, unica identità digitale, nazionale e gestita dallo Stato, e in prospettiva, vista la crisi dei microchip, unico documento personale leggibile da remoto.
A gennaio, per la cronaca, erano 33,5 milioni i titolari di SPID e 32,7 quelli di carta identità elettronica. Questi ultimi cresceranno con l’assegnazione di nuove carte ma chi ha imparato ad usare lo SPID quanto sarebbe rapido a cambiare tecnologia? In ogni caso, a volerla risolvere in un “derby” tra CIE e Spid, la contesa è già anacronistica. Infatti, stiamo parlando di un sistema di accoglienza delle identità nazionale, che riguarda solo l’Italia. Nel frattempo, l’Unione Europea mira ad unificare tutti i sistemi di autenticazione nazionali dei 28 stati membri, siano essi con chip o con spid. A Bruxelles è stato raggiunto un primo accordo preliminare tra Europarlamento e Consiglio dei ministri dei paesi membri su una proposta della Commissione per la riforma del Regolamento UE 910/2014 eI-DAS sulle interazioni elettroniche sicure tra cittadini, imprese, professionisti. Obiettivo: far usare a 447 milioni di residenti, a Tallinn come a Trapani, la stessa piattaforma informatica per farci accedere ai servizi pubblici.
La comunità europea si è accorta che non tutti gli stati membri hanno realizzato sistemi di identificazione elettronica nazionali sicuri. L’obiettivo del nuovo regolamento è far sì che entro il 2030 afferissimo tutti allo stesso “cervellone” non solo per ricevere cartelle esattoriali e rispondere, ma anche per scaricare –direttamente sullo smartphone in una cartella– i certificati di malattia del medico di famiglia, le certificazioni uniche dei datori di lavoro, i contratti di noleggio auto, i check-in per gli alberghi, le prenotazioni di treni aerei e traghetti, persino i diplomi di laurea da mostrare al datore di lavoro di un altro paese o le deleghe per ritirare esami clinici del coniuge. Sono previsti al momento due livelli di validazione digitale dei documenti, una semplice ed una rafforzata. Al nuovo sistema di autenticazione continentale confluiranno ovviamente sia i dati degli italiani che oggi per dialogare con la Pa usano lo Spid sia i dati di chi usa la CIE. In merito alla cartella dove arriveranno i documenti da conservare sul telefonino, il meccanismo di funzionamento del “portafoglio europeo di identità digitale”, al centro del nuovo regolamento UE, dovrebbe ricordare i portafogli digitali, gli e-wallet nei quali già oggi conserviamo - grazie a gestionali Google, Samsung, Apple -versioni digitali di carte di credito e bancomat che consentono pagamenti rapidi e persino invii di somme di denaro a distanza a costi molto bassi.
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