Medicina
25 Ottobre 2022 Il Fascicolo Sanitario Elettronico è sempre più utilizzato dagli italiani: in epoca pandemica, da un anno a questa parte, sono stati attivati nelle regioni i 60 milioni di fascicoli relativi ai residenti nel Paese. E il farmacista può contribuire al pari del medico di famiglia ad alimentare parti di questo “faldone” online
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) è sempre più utilizzato dagli italiani: in epoca pandemica, da un anno a questa parte, sono stati attivati nelle regioni i 60 milioni di fascicoli relativi ai residenti nel Paese. E il farmacista può contribuire al pari del medico di famiglia ad alimentare parti di questo “faldone” online nella nuova sanità territoriale disegnata dal DM 77. Se n’è parlato a FarmacistaPiù in un incontro, che ha visto protagonisti l’ordine dei farmacisti con Maurizio Pace (Fofi), il Tribunale del Malato con Cittadinanzattiva, e l’Ordine degli infermieri con Luigi Pais Dei Mori (Fnopi). Il FSE è stato finanziato con i fondi UE del Piano nazionale di ripresa e resilienza: in tutto 610 milioni di cui 311 destinati a rafforzare le competenze digitali dei professionisti sanitari e quasi 300 per potenziare la piattaforma. Al centro del sistema è il paziente. E il fascicolo con la sua storia, accessibile a lui ed alle figure da lui designate, può aiutarlo incidendo positivamente sul percorso clinico, facilitando la programmazione di servizi di qualità o anche solo nel prenotare le visite. «La digitalizzazione è uno strumento fondamentale per 50 mila studi medici convenzionati, 20 mila farmacie e circa 30 mila infermieri territoriali», spiega Pace. «Se riusciamo a metterli tutti in rete, saranno loro la casa della comunità, laddove fin qui in molte regioni le cattedrali nel deserto che sono state costruite, anche come case della salute, fanno i conti con la carenza di personale. L’Italia non è Milano ma al 75% è popolata da piccoli comuni. Se non si attua il FSE non potremo integrare una medicina di servizio». Pace avverte però che non tutte le regioni stanno procedendo alla stessa velocità all’implementazione del fascicolo e alla sua uniformazione. «Noi farmacisti ci muoviamo verso l’integrazione del dossier farmaceutico con le specifiche del Fse; dal 2011 è inserito un monitoraggio sull’appropriatezza della dispensazione e sull’aderenza alle terapie ai fini di una corretta presa in carico del paziente, che può aiutare in molte situazioni, ad esempio evitando l’afflusso improprio di codici bianchi in pronto soccorso».
Sulla preparazione di medici ed altre professioni sanitarie in materia di alimentazione del fascicolo, Luigi Pais Dei Mori della Federazione degli ordini infermieristici, sede di Belluno, ricorda come il Politecnico di Milano abbia cercato di misurare le competenze digitali del medico specialista e dell’infermiere, parametrandole alle 21 competenze digitali minime del framework appositamente creato dall’Unione Europea. Il risultato è che in Italia siamo ancora lontani dal “minimo sindacale” per costruire competenze avanzate. Le competenze di base delle due categorie sono tutto sommato alla pari, mentre vanno ancora misurate quelle del farmacista. Malgrado il 16% degli specialisti e il 20% degli infermieri abbiano buone od ottime soft skills, le professioni sanitarie con i pazienti e tra esse continuano a scambiarsi dati servendosi di piattaforme non professionali. I cittadini da parte loro chiedono di avere sotto controllo parametri clinici e di essere aiutati ad aderire alle terapie; sono forme di monitoraggio alle quali anche l’infermiere sul territorio è interessato. Per di più quando i professionisti sanitari si calano nel ruolo di educatori professionali all’uso delle app, il numero dei cittadini che usano il fascicolo sanitario si impenna. Resta infine un “bug” sulla sicurezza del dato che, nell’indagine PoliMi, riguarda tre ambiti diversi tra loro: l’anagrafica propriamente detta di ciascun paziente, le gare Asl per le forniture di beni e servizi, la tutela dei dati dei cittadini che viaggiano tra diversi sistemi sanitari dovendo ad esempio trasferirsi di continuo per lavoro.
Infine, come spiega Valeria Fava del Tribunale del Malato, «l’uso costante del fascicolo presenta più benefici che rischi per l’utenza. Ma accedere al fascicolo per un cittadino non è semplice. Cittadinanzattiva ha organizzato percorsi formativi per utenti con ottimi risultati, insegnando ad utilizzare il nuovo strumento». Fava però avverte: «Questa innovazione non avrà buon esito se non sarà accompagnata dalla capacità della persona di usarla. Il ministero della Salute sta disegnando un fascicolo più semplice, maneggevole e coinvolgente
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