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27 Ottobre 2023Le prossime sfide dell’Health Technology Assessment, spiegate da Francesco Saverio Mennini, presidente Sihta a margine del convegno conclusivo del Congresso della Sihta, a Sanità33
"Dopo anni di consolidamento della logica dell'Hta all'interno del nostro Ssn, ora la sfida principale è l'attuazione, che deve passare per una rigoroso processo metodologico, per poi essere condiviso e omogeneizzato anche a livello nazionale". Queste le prossime sfide dell’Health Technology Assessment, come ha spiegato Francesco Saverio Mennini, presidente Sihta a margine del convegno conclusivo del Congresso della Sihta, a Sanità33. “La Società Italiana di Health Technology Assessment, - sottolinea Americo Cicchetti, Dg alla programmazione del Ministero della Salute - porta quella prospettiva culturale che è fondamentale nella programmazione moderna. Questa società scientifica ha fatto in pochi anni un percorso importante e i numeri di questo Congresso ne sono una chiara evidenza. Con il suo carattere di analisi multiprofessionale, multidisciplinare e multistakeholder è ciò che serve non solo per comprendere i bisogni, ma per tradurre i bisogni in risposte che siano appropriate”.
Il futuro si presenta sfidante, prosegue Cicchetti, “ecco perché è necessario oggi tornare a fare una vera e propria programmazione, il che vuol dire individuare gli obiettivi, definire di percorsi e identificare le risorse necessarie a raggiungerli”. “La programmazione sanitaria – ha spiegato Mennini - è la prima azione indispensabile per intraprendere la riorganizzazione del nostro Servizio Sanitario Nazionale e l’Hta è lo strumento principale che possiamo e dobbiamo utilizzare per dare azione e seguito ad una reale e corretta programmazione sanitaria”. L'hta è "lo strumento cardine per spiegare far capire che in #sanità un costo può essere anche un valore”, ha spiegato Achille Iachino, Direttore Generale, Direzione dei dispositivi medici e del servizio farmaceutico, Ministero della Salute.
L'hta all'interno del sistema industriale "deve essere applicata dai regolatori e dalle amministrazioni, nel percorso di accesso e di valorizzazione del #farmaco a livello centrale, in un'ottica value based e poi successivamente, a livello regionale, nei modelli organizzativi. Bisogna sostenere questa innovazione, considerando la logica del valore e non del costo attraverso il beneficio clinico diretto, economico, i costi evitati e le prestazioni, anche previdenziali, evitate”, ha aggiunto Marcello Cattani, presidente Farmindustria.
"La governance dei dispositivi medici dovrebbe prevedere una rivalorizzazione del ciclo d'acquisto. Per tutto ciò che, invece, è soggetto ad una pluralità di fornitori, ci auspichiamo che l'innovazione e la scelta tecnica siano sempre centrali, che si faccia una buona ricognizione dei bisogni e poi una valutazione ex post dell'impatto di innovazione", ha dichiarato, a margine del convegno, Massimiliano Boggetti, presidente Confindustria Dispositivi Medici.
La conclusione dei lavori del congresso ha sancito anche un importante passaggio di consegne tra Francesco Saverio Mennini e Giandomenico Nollo, professore di Bioingegneria presso l'Università di Trento che ha assunto la carica di presidente: “È necessario rimanere su una strada sapientemente tracciata– spiega Nollo - con la responsabilità di far bene. Responsabilità non di poco conto alla luce del grande lavoro sino ad oggi svolto”. Professore di Ingegneria Biomedica all’Università di Trento e Socio Fondatore della Sihta, Nollo si presenta con le idee molto chiare su quale debba esser il primo punto in agenda: “L’obbiettivo che dovremmo porci come società scientifica – sottolinea – è quello di favorire con competenza e appropriatezza lo sviluppo e la conoscenza di una materia che in questo particolare momento storico è chiamata ad uscire dalle stanze degli addetti ai lavori per proporsi come un prezioso strumento per guardare al futuro con meno affanni. Essere quindi ambasciatori di una nuova cultura che valorizzi le decisioni prese sulla scorta di evidenze è senza dubbio una priorità che dobbiamo porci. C’è un grande bisogno di questo – conclude - di una crescita professionale e di un nuovo corso che chiederà a tutti, Sihta inclusa, di fare di più”.
Anna Capasso
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