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03 Agosto 2023 Verrà testato nello spazio un nuovo approccio per sviluppare farmaci, a cominciare da potenziali trattamenti contro le malattie da prioni, patologie neurodegenerative senza cura. È stato lanciato verso l'Iss l'esperimento Zeprion, con l'obiettivo di validare il meccanismo molecolare alla base di un innovativo protocollo farmaceutico
Verrà testato nello spazio un nuovo approccio per sviluppare farmaci, a cominciare da potenziali trattamenti contro le malattie da prioni, patologie neurodegenerative senza cura. È stato lanciato verso l'Iss (Stazione spaziale internazionale) l'esperimento Zeprion, con l'obiettivo di validare il meccanismo molecolare alla base di un innovativo protocollo farmaceutico. Frutto di una collaborazione internazionale che coinvolge diversi istituti accademici e l'azienda israeliana SpacePharma, Zeprion conterà su "un fondamentale contributo dell'Italia" attraverso le università di Milano-Bicocca e di Trento, la Fondazione Telethon, l'Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) e l'Istituto di biologia e biotecnologia agraria del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibba), si legge in una nota congiunta.
Decollato con la missione spaziale robotica di rifornimento NG-19 dalla base di Wallops Island in Virginia, Usa, Zeprion si propone di "sfruttare le condizioni di microgravità presenti in orbita per verificare la possibilità di indurre la distruzione di specifiche proteine nella cellula, interferendo con il loro naturale meccanismo di ripiegamento (folding proteico)". L'arrivo di NG-19 e Zeprion sulla Iss è previsto per venerdì 4 agosto, all'incirca alle 8, ora italiana. Il successo dell'esperimento, spiegano gli enti coinvolti, potrebbe confermare la validità di un "meccanismo molecolare alla base di una nuova tecnologia di ricerca farmacologica denominata Pharmacological Protein Inactivation by Folding Intermediate Targeting (Ppi-Fit), sviluppata da due ricercatori delle università di Milano-Bicocca e di Trento e dell'Infn, Pietro Faccioli ed Emiliano Biasini. L'approccio Ppi-Fit si basa sull'identificazione di piccole molecole, dette ligandi, in grado di unirsi alla proteina che costituisce il bersaglio farmacologico durante il suo processo di ripiegamento spontaneo, evitando così che questa raggiunga la sua forma finale".
Zeprion - descrive la nota - si compone di un vero e proprio laboratorio biochimico in miniatura (lab-in-a-box) realizzato da SpacePharma, che opererà a bordo della Stazione spaziale internazionale e verrà controllato da remoto. Oltre alla componente italiana, la collaborazione si avvale della partecipazione degli scienziati dell'università di Santiago di Compostela, in Spagna.
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